mercoledì 4 aprile 2018

Calvino a teatro Per il DOIT Festival

03-04 aprile | ore 20.45


LE CITTÀ INVISIBILI

regia Ivan Vincenzo Cozzi
drammaturgia Isabella Moroni
con Alessandro VantiniRoberta LionettiBrunella PetriniMariachiara Vigoriti
musiche originali Tito Rinesi
scenografie Cristiano Cascelli
costumi Marco Berrettoni Carrara con il supporto dell’atelier di Marina Sciarelli
disegno luci | suono Nino Mallia
Produzione Argillateatri | LAZIO




 All' Ar.ma. teatro nell'ambito del DOIT Festival è in scena fino a stasera LE CITTA' INVISIBILI, di Argillateatri. Tratto dal romanzo scritto da Italo Calvino nel 1972, ne rispecchia la forma strutturale combinatoria. La compagnia, infatti, ha potuto scegliere, appunto delle combinazioni, mettendo insieme dei blocchi, avendo come risultato una completezza, che poteva risultare anche da un'altro tipo di combinazione, da qui nasce la possibilità di infiniti viaggi immaginari, che il lettore stesso può scegliere, e che lo spettatore, in questo caso, è invitato a percorrere insieme alla compagnia. Lo spettacolo, in se stesso, è ben costruito con una scenografia, in continua evoluzione, delle 55 città invisibili, Argillateatri ne mette in scena 15, cambiando a seconda delle peculiarietà delle città l'ambientazione attraverso movimenti corporei, spostamenti di oggetti. Molto interessante anche il suono a cui è stata data una grande importanza, proprio per per consentire  una più completa immersione dello spettatore. Un invito a leggere o a rileggere un libro come Le città invisibili. Personalmente, credo che portare la letteratura a teatro sia un merito, senza togliere nulla alla commedia, o alle nuove drammaturgie, ma dare voce anche alla letteratura del 900' in particolare, secolo passato, ma di cui siamo ancora assolutamente figli, trovo sia una nota di merito.
Miriam Comito






Sonorità evocative, rumori di mercato e di carovane, cori classici e armonie contemporanee accompagnano le città e i dialoghi fra Marco Polo e Kublai Kan che s'attardano fra segreti, iperboli, prospettive ingannevoli, mentre attorno prende forma qualcosa di nuovo, la città perfetta. Il viaggiatore veneziano è interpretato da tre donne che rappresentano tre età, tre fasi della vita, tre provenienze, a loro volta mescolate dalle tappe dei loro viaggi interiori e fisici.

Produzione Argillateatri | LAZIO

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