sabato 14 ottobre 2017

TAUROTANZ Recensione

TAUROTANZ


spettacolo site specific di Teatro, Danza, Musica, Acrobatica e videomapping

liberamente ispirato a Il Minotauro di F. Durrenmatt

Idea, testi e regia Manuela Rossetti
Con  Jessica Leti, Lidia Di Girolamo e Silvia Miluzzi

AR.MA TEATRO
via Ruggero di Lauria 22
13-16 ottobre 2017


TAUROTANZ, scritto e diretto da Manuela Rossetti è uno spettacolo davvero interessante, che va a coinvolgere varie discipline artistiche, come la danza, il teatro la musica, e quello che ne esce fuori è toccante, nel senso più proprio del termine. La Rossetti, pur prendendo spunto dal Minotauro (Una ballata) scritto da Friedrich  Durrenmatt,  drammaturgo e pittore svizzero, nel 1985, autore che rinnovò il teatro di lingua tedesca contemporaneo, mettendo a nudo le meschinità della società perbenista svizzera, attraverso un linguaggio grottesco,  svolge poi una drammaturgia fatta di parole, suoni e movimenti del tutto originale. Il Minotauro nato da Pasifae e da un bellissimo toro, quindi metà uomo, metà animale, rappresenta il doppio, ma anche il non essere, l'incoscienza di se stesso e della sua diversità, tanto è che all'inizio non si riconosce quando si specchia, in quel labirinto pieno di riflessi, solo in un secondo momento si rende conto della sua condizione. Lo spettacolo è itinerante, e svela il suo cuore a poco a poco, dapprima vediamo due anziane signore, velate e vestite di nero, si direbbero due lamentatrici, passare tra il pubblico, chiacchierando della presenza in paese di un mostro, e questo ci dà la prospettiva di come si è visti dagli altri,  mentre su soffitto cè un video mapping con il testo dello spettacolo.La Pièce va  avanti svelando piano piano, l'essenza del Minotauro, inteso come diverso, come dualità,  intesa, sia per quanto riguarda la non percezione di se stessi, sia dal punto di vista dello sguardo degli altri. I  diversi  linguaggi usati si sposano perfettamente tra di loro, per dare vita ad uno spettacolo armonioso, che vuole fare luce su la tematica del diverso, del capro espiatorio, che il più delle volte è inconsapevole della propri natura mulltiforme  e che viene addittato come diverso, come colpevole. Dove il diverso è semplicemente la natura, più forte da sempre della ragione, e per questo temuta e schernita per poter far risplendere se stessi di luce riflessa se non del tutto impropria.
Miriam Comito


Sono io il Minotauro, io Donna che mi divido tra ciò che sono e ciò che devo essere. La storia del Minotauro come Dio non voluto. La sua diversità è portavoce di un contenuto sulle donne che va oltre il sentimento di diversità rispetto ad un pensare comune o al rapporto con l'altro. La riflessione sulla donna, attraverso un testo originale che viaggia tra la tagliente ironia e la profonda analisi esistenziale, tocca diverse tematiche  che spaziano dall'analisi del luogo comune, dei pregiudizi culturali, archetipi sociali della e sulla donna.

Il Minotauro, essere bivalente, doppio, metà  animale e metà uomo, ci ha fatto riflettere sul  doppio che la donna in sé vive. Spiega l'ideatrice e regista Manuela RossettiLa donna è sacra  e profana. La donna è madre e amante; è fragile e forte; è lavoratrice e  moglie. La donna è carne e spirito. Un doppio che si moltiplica, proprio come nel testo del Minotauro di Durrenmatt nel doppio del suo  doppio. Infinite sfaccettature delle quali la donna stessa non è consapevole, perchè radicate  culturalmente e, proprio perché non riconosciute consapevolmente, spesso creano disagi e lotte  interiori, difficoltà di relazione con l'altro, negazione del sé, contrasti con la società e la propria famiglia. Lo spettacolo, quindi, si sviluppa sul filo narrativo di Durrenmatt, ma lo trasforma attraverso un testo originale lasciandolo prendere vita propria tra musica dal vivo, danza, canto e recitazione. La musica originale di Taurotanz ha una valenza narrativa e non è mai considerata semplice accompagnamento, ma interpretazione e sottotesto della scena e delle azioni delle performer. Una voce, quella musicale, che interagisce, risponde e comunica costantemente con la scena. La ricerca dei suoni va oltre la melodia comunemente intesa, si mescola di rumori e di variazioni tra voce e percussioni, una musica che si genera dal ritmo della voce dell'attrice o dai movimenti delle danzatrici e non sempre viceversa, in un dialogo continuo e incessante. La danza si trova al centro del tutto e in qualche modo rivela le emozioni segrete delle parole dette dall'attrice e le traspone in corpo. Lo stile della danza utilizzato e teatro danza, danza contemporanea, con una particolare attenzione all'espressione, al lavoro interiore e profondo sulla ricerca delle proprie emozioni, sulle immagini e i sottotesti, sulla voce che si trasforma in danza e viceversa. Il testo parte dalla lettura attenta della quotidianità della vita delle donne per condurci fino ad una critica lucida, ironica e drammatica della condizione della donna e le varie forme di violenza che essa subisce. Violenza culturale, violenza psicologica, violenza fisica,  ecc. La voce amplificata dal microfono ha un valore di analisi interiore, una voce del profondo del sé. La voce non microfonata è la voce della quotidianità, dell'altra da sé, del pregiudizio, del luogo comune. Lo spettacolo è ideato come site specific, quindi si adatta perfettamente al luogo che lo ospita. Site specific perché ogni spazio, luogo aperto o chiuso può essere inteso come il labirinto del Minotauro o anche la molteplicità delle sfaccettature della donna e delle vie che la donna stessa può intraprendere: moglie, amante, lavoratrice, madre, puttana, serva, strega, ecc. La mission della compagnia e della regista consiste nell'avvicinare il teatro al pubblico, anche abbattendo la quarta parete e circondando il pubblico della stessa fascinazione visiva nella quale si trovano i personaggi. Un teatro che esca dagli spazi teatrali. Un teatro che incontri il suo pubblico quasi casualmente in una piazza, un vicolo, un bosco, un cortile o una sala espositiva. La ricerca di un pubblico che non sia abituato al teatro, ma che ne venga improvvisamente


TAUROTANZ
Idea, testi e regia Manuela Rossetti
con Jessica Leti, Lidia Di Girolamo e Silvia Miluzzi
coreografie Lidia Di Girolamo e Silvia Miluzzi
Musiche originali Matteo Colasanti
voci off Maurizio Panici, Jessica Leti e Andrea Maurizi
digital performer Simone Palma
Consulenza artistica di Maurizio Panici
Ar.Ma Teatro
via Ruggero di Lauria 21
dal 13 al 16 ottobre 21.00 – domenica ore 18.00
Telefono 06 39744093 - cell. 333 9329662
Mail: info@capsaservice.it
Biglietti. Intero 12€- Ridotto 10




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