martedì 31 ottobre 2017

IL SALOTTO DI PULCINELLA OMAGGIA GIACOMO RONDINELLA E PINO DANIELE

Il Salotto di Pulcinella omaggia 
Giacomo Rondinella e Pino Daniele

Piccolo Teatro Il Salotto di Pulcinella
via Urbana 11 - Roma
3 e 4  NOVEMBRE 2017

Due serata imperdibili per gli appassionati di musica napoletana. Due generi diversi, due artisti diversi che hanno raccontato Napoli attraverso le loro canzoni: Giacomo Rondinella e Pino Daniele.
Il grande attore e cantante Giacomo Rondinella, uno tra i più grandi interpreti della canzone napoletana, viene ricordato il 3 novembre al Piccolo Teatro Il Salotto di Pulcinella. Ad omaggiarlo è proprio sua nipote Rita Rondinella con Eternamentenapoli.
L'artista calcherà il palco del piccolo salotto con grande emozione. “Ripercorrere  lo stesso palco che mio zio calcò nel 1996 quando il piccolo teatro era un ristorante, suonare lo stesso pianoforte che kui suonò per i suoi capolavori,  emana una sensazione di  gioia ed emozione” Spiega Rita “Come se lui fosse presente, per accompagnare Rita nei brani classici della canzone Napoletana”
Giulia Maglione torna in scena, dopo il successo di Napolimalia. Il 4 novembre sul palco del ristoteatro del quartiere Monti, verrà ricordato il grande Pino Daniele con Mal di Te. Un insolito racconto in note e poesie di uno dei cantautori più innovativi e originali, che ha avuto la capacità di regalare un nuovo volto alla musica partenopea, portandola ben oltre i confini della sua Napoli…. In scena con Giulia Maglione si esibiranno Andrea Panzera (chitarra), la voce narrante di Maurizio Yorck e la partecipazione di Fabio Daniele (pianoforte), Umberto De Santis (contrabbasso e Tromba), Leonardo D'Angelo (percussioni) , si ripercorreranno, in chiave acustica e lontano dal mero concetto di cover, le tappe più significative del cammino artistico del cantautore.Una serata in cui il coinvolgimento e l'emozione uniranno inevitabilmente palco e pubblico.

ETERNAMENTENAPOLI E MAL DI TE
e 4 NOVEMBRE 2017
PICCOLO TEATRO IL SALOTTO DI PULCINELLA
via Urbana, 11 - 00184 Roma
 ore 20.30
tel. 06 48.23.339  - cell. 347.7327033 - email: info@ilsalottodipulcinella.com 
Spettacoli con degustazione menù completo:
h. 20.30 – Euro 25

venerdì 27 ottobre 2017

E' questa la vita che vogliamo? L'eternità dolcissima di Renato Cane. Un testo poetico al Brancaccino



In scena al Brancaccino fino al 29 ottobre L'ETERNITA' DOLCISSIMA DI RENATO CANE. Il testo di Valentina Diana è poesia pura, in grado di volare, sulla quotidianeità della vita, sorvolandone a volo d'uccello, le grandi piccolezze a cui l'essere umano, contemporaneo è costretto a far fronte. Una riflessione quindi, su quanto sia davvero straziante dover lasciare questa vita, oppure non lo è così tanto, anzi potrebbe essere una cosa dolcissima. Lo spettacolo interpretato da Marco Vergani, per la regia di Vinicio Marchioni, è, davvero, molto bello, la storia parte quasi  dalla fine della vicenda, con un Renato cane che ci si presenta e ci annuncia con Giubilo che sta per morire. Perchè è felice, quando qualsiasi persona al suo posto sarebbe disperata. Piano piano scopriamo come la vita di Renato sia bruttissima: non gli piace il lavoro che fa, non ha rapporti veri con la moglie e con il figlio. Quando durante un controllo medico scopre di essere malato terminale, si scopre a riflettere, dopo aver visto un metaforico cartellone pubblicitario in cui un cane orinava su una lapide, sul fatto che, è meglio non pesare sugli altri per il proprio funerale, e che questa sia l'ennesima prova del fatto che questa vita non sia così desiderabile, per cui di conseguenza non sia così drammatico abbandonarla. Unico suo punto di luce, l'incontro, sul treno, con una bambina che vende pitture schiacciate. La Bambina, come anima pura è il simbolo di un ponte, di un passaggio, attraverso la sua pittura naif quasi automatica, ma rivelatrice di noi stessi. Marco Vergani è bravissimo, riesce a dare a Renato Cane una dimensione profonda, e a coglierne tutte le sfumature, dalla rabbia, alla delusione, alla consapevolezza, alla gioia, è un cenno lo voglio fare anche alle sue capacità di rumorista, dalla macchinetta del caffè al  battere a macchina al computer. La scenografia, è essenziale ed evocativa al contempo. Una sedia con il numero 19, di cui solo a fine spettacolo si capisce il significato, ai tubi di luce colorata appesi ai lati del palco, in connessione con i colori a tempera, che servono a fare le pitture schiacciate, segno di libertà, la libertà di compiere un passaggio, anche se la vita ci si dovesse mettere di mezzo.
Miriam Comito

Spazio del Racconto
rassegna di drammaturgia contemporanea 2017/2018
III edizione
dal giovedì al sabato ore 20.00; domenica ore 18.45

26 – 29 ottobre 2017
Khora Teatro
L’ETERNITÀ DOLCISSIMA DI RENATO CANE
di Valentina Diana
regia Vinicio Marchioni
con Marco Vergani
costumi Fujiko Hishikaua
disegno luci Andrea Burgaretta
supervisione artistica Milena Mancini



Marco Vergani dopo la laurea Specialistica in Arti e Scienze dello Spettacolo presso La Sapienza di Roma, frequenta numerosi corsi di perfezionamento per attori come Drama in Scena, Ecole des Maitres con Giancarlo Cobelli, Centro teatrale Santacristina, diretto da Luca Ronconi. In teatro ha interpretato Edoardo II di Andrea Baracco, Falstaff di Andrea De Rosa, Becket in camera da letto di Giancarlo Sepe, Macbeth di Andrea De Rosa, A Bocca Piena (Napoli Teatro Festival) di Emanuela Giordano, Ubu Roi di Roberto Latini, Processo a Gesù di Maurizio Panici, Dracula di Sandro Mabellini, Al mercato di A. R. Shammah, Lulù di A. R. Shammah, Hameline di Manuela Cherubini (premio UBU 2008/09 come migliore novità straniera), Nel bosco degli spiriti di Luca Ronconi, Il ventaglio di Luca Ronconi, Lo specchio del diavolo di Luca Ronconi, Troilo e Cressida di Luca Ronconi, Woyzech di Giancarlo Cobelli e tanti altri. 

Valentina Diana è nata a Torino nel 1968. Lavora in teatro come attrice e drammaturga. Per il teatro ha scritto: Fratelli, Ricordati di ricordare cosa? (Premio nazionale di drammaturgia contemporanea Il centro del discorso 2009), La bicicletta rossa (Premio Eolo Awards 2013 per la drammaturgia), Swan,La comitragedia spaziale, Senza Voce - Storia di Ciccilla, La palestra della felicità, Opera Nazionale Combattenti. Come scrittrice ha pubblicato Smamma (Einaudi 2014) e Mariti o Le imperfezioni di Gi (Einaudi 2015).  

Vinicio Marchioni, diplomato come Attore nel 2000 presso la Libera Accademia dello Spettacolo di Roma, e ha debuttato nel 1995 in teatro, dove vanta un ricco curriculum. Nel 2005 ha studiato con Luca Ronconi presso il Centro Santa Cristina. Frequenta la facoltà di Lettere indirizzo Spettacolo dell'Università La Sapienza seguendo la sua passione per la scrittura, per poi dedicarsi completamente al teatro. Del 2008 è la sua partecipazione, nel ruolo de Il Freddo, nella fortunata serie televisiva Romanzo criminale (2008-2010), diretta da Stefano Sollima, ispirata alla vera storia della cosiddetta Banda della Magliana. Nel 2009 debutta sul grande schermo con Feisbum! Il film, pellicola in otto episodi ispirata al social network Facebook. Nello stesso anno gira da protagonista, il film 20 sigarette, tratto dal libro Venti sigarette a Nassiriya, scritto da Aureliano Amadei, uno dei superstiti della strage di Nassiriya del 2003 e regista del film. A settembre il film viene presentato alla 67ª Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia nella sezione Controcampo Italiano, di cui vince il premio e una menzione speciale è dedicata a Marchioni per la prova d'attore. Nel 2011, per la sua interpretazione in 20 sigarette, ottiene una candidatura come miglior attore protagonista ai David di Donatello 2011.


BRANCACCINO Via Mecenate 2, Roma - www.teatrobrancaccio.it
Biglietto: 14,00 € + 1,50 € d. p.
card open 5 ingressi: 55 €
Prevendita su Ticketone.it e presso i punti vendita tradizionali
BOTTEGHINO DEL TEATRO BRANCACCIO
Via Merulana, 244 | tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it

giovedì 26 ottobre 2017

Intervista a Silvana Chiozza e Cristina Piceda, le due artiste in mostra alla galleria Eitch Boromini

Ho avuto il piacere di visitare la mostra DERIVE MEDITERRANEE curata da Sveva Manfredi Zavaglia. La mostra che ha luogo in uno dei posti più belli di Roma. L'hotel Eitch Borromini sito all'interno del Collegio Innocenziano a Piazza Navona, è una mostra tutta al femminile, ne sono protagoniste la pittrice italo-argentina Silvana Chiozza e la scultrice italo- argentina Cristina Piceda. Le loro opere mi hanno colpito, ho voluto approfondire le loro motivazioni, le loro storie, anche per entrare seppur in punta di piedi, e da lontano in un altro paese, un paese che ha accolto nei secoli scorsi tanti italiani, segno evidente che all'epoca era un paese ricco e prosperoso. Sappiamo bene i problemi che ha avuto l'Argentina negli ultimi decenni, e ricordo ancora in un corso di Inglese a Londra, quanti argentini cercavano di partire per sempre dal loro paese. Le mostre internazionali, come quelle che Sveva Manfredi Zavaglia organizza, nello spazio, dedicato, dell' Eitch Borromini, sono un veicolo, per viaggiare nella cultura di un altro paese, attraverso il mezzo migliore che ci possa essere: L'arte.
Ringrazio
Sveva, Cristina, e Silvana per questo viaggio.
Miriam Comito



  L’Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia e
la Galleria Eitch Borromini
Presentano
Derive Mediterranee
di Silvana Chiozza e Cristina Piceda
a cura di
Sveva Manfredi Zavaglia
Roma, 14 ottobre 2017 – 14 gennaio 2018

Sabato 14 ottobre 2017 si è inagurato a Roma, in via di Santa Maria dell'Anima, 30 la nuova stagione presso la Galleria Eitch Borromini con la mostra internazionale Derive Mediterranee di Silvana Chiozza Cristina Piceda - la prima mostra personale a Roma dell’artiste argentine- a cura di Sveva Manfredi Zavaglia e patrocinata dall’Ambasciata Argentina. La mostra dura fino al 14 gennaio 2018.

Il nuovo progetto espositivo delle artiste argentine Silvana Chiozza e Cristina Piceda è composto di circa 35 opere di pittura per la prima e scultura per la seconda. Questa esposizione propone un unione tra l’Italia e L’Argentina, quel sottile fil rouge che è sempre esistito. Un rapporto speciale tra due culture. Il legame che unisce e stabilisce il dialogo tra queste artiste è vibrante, il visitatore è trascinato in questo racconto di vita e di immagini di memoria, col desiderio di condividerlo e farlo conoscere attraverso quell'immediatezza che solo l’arte riesce a donarci. La mostra “Derive Mediterranee” - ci descrive la curatrice – offre un dialogo con il pubblico al fine di condividere la bellezza della natura e lo stupore dell’opera. Evoca frammenti astratti e realtà concrete in un viaggio nel mediterraneo dove ci possiamo tuffare tra il colore della campagna al calare del sole e ammirare l’arrivo della luna nella sua pienezza materica. La parte emotiva diviene protagonista sollecitando l'aspetto identitario del luogo storico espositivo della Galleria Borromini. L’estetica utilizzata mette in luce un aspetto possibilista di continuità tra la natura e l’umanità. Le emozioni nell’arte sono la tematica principale. Sinuose forme femminili in dialogo continuo arricchiscono l’ambiente espositivo della Galleria Borromini in modo accurato e unico, tra la pittura descrittiva con pennellate astratte, ritmiche, delicate e trasparenti su tela e tavola della Chiozza, e la scultura di marmo bianco di Carrara col nero del Belgio che ci lancia tra costellazioni o nella leggerezza attraverso un materiale come il ferro dall’aspetto fragile ma forte della Piceda.
Silvana Chiozza: www.silvanachiozza.com
Cristina Piceda: www.cristinapiceda.com

Il luogo La Galleria Borromini nasce all’interno di una Dimora Storica, abitata dai primi del ‘600 da Papa Innocenzo X Pamphilj e dai suoi familiari, che affidarono il progetto all’Arch. Francesco Borromini. L’architetto si occupò del palazzo e della scenografica sistemazione attuale costruendo anche la Chiesa di Santa Agnese in Agone. Oggi l’intero complesso, ex sede del Collegio Innocenziano, è sede dell’Hotel Eitch Borromini e rappresenta uno dei simboli della cultura e dell’architettura di Roma e d’Italia.

Mostra “Derive Mediterranee” di Silvana Chiozza e Cristina Piceda, Roma 14 ottobre 2017-14 gennaio 2018
Galleria Eitch Borromini Via di Santa Maria dell'Anima, 30 a Roma - Tel: +39 06 6861425
Ingresso gratuito - Orari: da lunedì a domenica h 11-19
Curatore: Sveva Manfredi Zavaglia
Responsabile Creativa e Progetti Galleria Borromini: Angelica Romeo - Info: galleriaborromini@gmail.com


Intervista a Silvana Chiozza

D)Silvana , nella mostra DERIVE  MEDITERRANEE,  aperta fino al 14 gennaio 2018 presso la bellissima cornice della Galleria Eitch Borromini, è presente una selezione delle tue opere, insieme ad una selezione di quelle di Cristina Piceda. Tu sei argentina di origine italiana, cosa c’è d’italiano nelle tue opere? Quali sono le derivazioni mediterranee delle tue opere?
R)Io prima di venire ad abitare in Italia viaggiavo in vacanza da bambina con i miei genitori sempre a febbraio. Sin d’allora mi affascinava la luce che c’era qui, una luce soffusa, molto diversa alla nostra. Venendo ad abitare a Roma, a 28 anni, ho fatto attenzione particolare alla luce, si vede di più nelle opere dei primi anni ma comunque rimane anche in quelli più recenti. Il mio lavoro astratto e un’evoluzione attraverso la sintesi dal figurativo e in quel lavoro rimangono i colori soprattutto romani (le terre) e la luce. In “ricordi” per esempio c’è quello che cerco di spiegare e non a caso porta quel titolo perché quel quadro è la sintesi di un’esperienza estetica con Roma in particolare. Il mio lavoro e rimasto intrecciato con un’esperienza estetica legata ai luoghi in cui ho dipinto. Perché nelle mie scelte ha prevalso il paesaggio. Ho girato tutta l’Italia in cerca di luoghi d’inspirazione per le mie opere. Sono andata anche nelle isole e nella Grecia. Spero di rispondere alla domanda

D) DERIVE MEDITERRANEE è una mostra a due, tra te pittrice e Cristina scultrice, come definiresti il dialogo fra le vostre opere?
R) C’è un’affinità profonda tra le opere di Cristina e le mie. Le nostre scelte estetiche sono le medesime, gestiamo lo spazio in modi molto simili. Da questo risulta un’armonia complessiva. Quando uno fa scivolare lo sguardo attraverso la mostra che abbiamo allestito insieme, non ci sono dissonanze, è come un’onda che passa.

D) Ultimamente stai passando da una pittura figurativa, ad uno stile, decisamente più astratto. Ci vuoi parlare di questo tuo passaggio?
R)Il passaggio e recente però viene da lontano, da anni sentivo che c’era qualcos’altro da dire riguardo a quel che stavo facendo. Ma restava sempre dietro, prevaleva il racconto, diciamo che quando ho sentito che avevo esaurito il desiderio di raccontare ho dato spazio a una nuova forma di lavorare. L’ispirazione viene da un’altra parte, è più profonda e quasi inconsapevole, inizio a lavorare senza progetto, e poi nasce dall’ incontro tra quel che accade sulla tela man mano che butto il colore e la mia volontà di condurlo da qualche parte diciamo in modo conscio. Arriva un momento in cui la strada inizia a intravedersi, dove porterò quel opera, dove può approdare

D) Come è nata in te la passione per la pittura e quali artisti del passato ti hanno influenzato?
R)Sono nata con essa, ero molto piccola (5 anni) e già frequentavo lo studio del pittore Battle Planas, Ho sempre dipinto, ovunque. .., anche mentre prendevo appunti in classe disegnavo a bordo pagina mentre ascoltavo la lezione. Mio nonno pittore e scultore e stato fondamentale, avevamo un rapporto speciale. Lui era un uomo poliedrico, pittore, scultore e poi odontologo, ma sapeva fare anche altri mestieri, per esempio costruì una barca che regalo a mio padre quando compi 18 anni. Con quel veliero mio padre navigava fino al delta del Parana. I miei pittori favoriti sono cambiati con gli anni, ma restano sempre in prima fila Corot, Turner,  Morandi, Burri, Rothko, Diomede, Casorati..


D ) Che rapporto c’è nelle tue opere tra luce e colore?
R) Luce e colore sono due elementi fondamentali nella mia opera, e vanno sempre per mano.

D) Cosa c’è dell’Argentina nei tuoi quadri?
R) Gli anni di formazione, ho studiato la e tutto quel che faccio e influenzato dagli studi che ho fatto con i maestri argentini
D) Ci puoi raccontare come nasce un quadro, hai già una via prestabilita quando inizi un nuovo lavoro inizi o ti lasci trasportare dal fluire?
R)Ho parzialmente risposto a questa domanda prima. Nel figurativo partivo con un progetto, avevo un’immagine in testa del risultato che volevo ottenere. Nell’ astratto invece parto all’avventura, sarà quel che accade durante il lavoro a creare una strada da percorrere, questo modo di lavorare amplia moltissimo l’spettro delle possibilità, si trovano tante strade nuove perché lascia più spazio al caso, al’imprevedibile, che va sempre più lontano dell’immaginazione. Nel dialogo tra il caso e il desiderio nasce l’opera

   Intervista a Cristina Piceda
D)Cristina che rapporto hai tu con la materia?
R)Io ho bisogno di avere il contatto con la materia, di sentirlo sotto la pelle, di nuotarci dentro, il marmo ad esempio per me rappresenta la famiglia, la maternità, il bisogno il dialogo. Il marmo è un materiale stratificato quindi antico, e questa sua caratteristica mi aiuta a tirar fuori delle idee
D)Cosa vorresti che del tuo lavoro arrivasse al pubblico?
R)Sorpresa ed emozioni, mai ripetizione.
D)Ci vuoi parlare della tue opere Obelisco” presenti nella mostra DERIVE MEDITERRANEE?
R)Si, mio padre è stato per me un grande mecenate, mi ha aiutato tantissimo, quando lui è morto nel 2000 ho preso un blocco di marmo nero del Belgio, l’ho rotto e con i pezzettini che sono rimasti ho fatto una scultura, molto accurata. In mostra è presente  “Ricordi d’infanzia” del 2015 dove ho messo insieme pezzettino per pezzettino, dando a ognuno un significato preciso inerente a una persona, montato su un legno particolare il lapacho africano, recuperato dal porto di Buenos Aires.

D)Usi spesso materiale recuperato?
R)Mi piace andare in giro e scoprire luoghi dove ci sono materiali che possono essere riutilizzati in maniera del tutto nuova si da trasformarli, come ho fatto con del metallo recuperato dalle reti dei pescatori e dai contenitori di biscotti recuperati in una fabbrica. Un esempio è”Cercandomi” in cui ho dato leggerezza e sinuosità all’acciaio inossidabile.


D)Un’altra tua opera esposta in mostra è “La Luna” di marmo bianco di Carrara dialogante con un supporto di marmo nero del Belgio. Cosa rappresenta per te la luna?

R)Per me la luna rappresenta : amore, angoscia, felicità

Paola Minaccioni sulla spiaggia per Luca De Bei: il sentimento, la mancanza, la vita.

Stagione teatrale 2017 | 2018

25 OTTOBRE | 12 NOVEMBRE 2017

LA SPIAGGIA

Testo e Regia di Luca De Bei

con Paola Minaccioni

scene Dario Dato 
costumi Lucia Mariani 
luci Marco Laudando

produzione erretiteatro30

 Da ieri fino al 12 novembre al Teatro della Cometa sarà in scena LA SPIAGGIA,  con testo di Luca De Bei, e interpretazione di Paola Minaccioni. La spiaggia, come luogo metaforico e reale allo stesso tempo, accoglie i pensieri di Irene, il fluire dei suoi pensieri e dei suoi ricordi, declinati al presente, Dapprima la troviamo bambina, insieme al padre sulla spiaggia che agli occhi della piccola Irene appare come un luogo magico, aperto, pieno di possibili scoperte, vicino a questo signore, silenzioso, ma non per questo meno affascinante agli occhi di una bambina. Lo spettacolo procede per quadri, dove una cambiamento del colore della luce, e un tirarsi su i capelli o scioglierli, oppure un infilarsi le scarpe della Minaccioni segnano l'inizio del racconto di un'età diversa, La prima adolescenza segna l'età dell'assenza, l'età della domenica, Irene a causa della separazione dei genitori, può vedere il padre solo una vota a settimana: la domenica.  Nell'adolescenza matura, la ragazza inizia a porsi domande sullo strano comportamento paterno, un comportamento che si potrebbe definire rarefatto, quasi intangibile. Irene è cresciuta è una donna, ora è il suo turno di vivere storie d'amore più o meno felici, e di capire quale verità si cela dietro all'abbandono del padre. La spiaggia come metafora della vita, cambia sotto gli occhi di Irene, bambina, poi ragazza, poi donna, e racchiude in se, sia il suo modo di porsi nel mondo, che cambia con l'età e quindi l'esperienze, ma cambia anche perchè il mondo cambia. Il testo è molto delicato, Luca De Bei è un profondo conoscitore dell'animo umano, e in questo caso dimostra di esserlo anche di quello specifico feminino sia adulto che infantile. Paola Minaccioni si confronta con un monologo drammatico, con ampie sfumature sentimentali, dove pur interpretando sempre lo stesso personaggio (lei che è abituata nei suoi spettacoli a farne vari), ne deve riflettere le tipicità delle varie età, che risolve perfettamente con cambi di toni di voce, e di movenze corporee.
Miriam Comito





Teatro della Cometa  - Via del Teatro Marcello, 4 – 00186 
Orario prenotazioni e vendita biglietti: dal martedì al sabato, ore 10:00 -19:00 (lunedì riposto), domenica 14:30 – 17:00 - Telefono: 06.6784380

Orari spettacolo: dal martedì al venerdì ore 21.00. Sabato doppia replica ore 17,00 e ore 21,00. Domenica ore 17.00. Costo biglietti: platea 25 euro, prima galleria 20 euro, seconda galleria 18 euro.

RIDUZIONI PER I LETTORI DI MEDIA&SIPARIO e SALTINARIA

        

e PER GLI ASCOLTATORI DI


Premio Lettera 22

Il Teatro della Cometa aderisce al Network Lettera 22 - Premio Giornalistico di Critica Teatrale under 36, e ne accoglie i concorrenti nella stagione 2017/18. Tutto su www.premiolettera22.it


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martedì 24 ottobre 2017

VELENI DI Nadia Baldi un film suggestivo e perturbante

VELENI di Nadia Baldi è un film suggestivo e perturbante allo stesso tempo. Già dalla prima scena, in cui si vede un funerale del medico condotto nonchè psichiatra Bonadies (Vincenzo Amato), si viene subito immersi in un'atmosfera tanto surreale quanto inquietante, di grandi contrasti visivi e di contenuto: le lamentatrici, la bara di assi di legno contro le parrucche bionde e sfarzose della moglie e della cognata del morto (Tosca D'Aquino e Gea Martire), e poi una luce ingenua: Melograno (Lello Arena), che arriva annunciato dal suono del suo grammofono. Melograno è un uomo semplice ma accorto, un'anima allegra, come suole autodefinirsi, uno dei tre uomini rimasti in quel paese del Cilento, che a causa  della guerra e dell'emigrazione è popolato oramai solo da donne. Al funerale c'è un giovane uomo:Antonio, il professor Antonio (Giulio Forges Davanzati), figlio de medico.che torna in paese dopo tanto tempo. La morte del medico è misteriosa, forse, in qualche modo è legata alla sua attività di psichiatra, Antonio cerca di fare delle ricerche in cui viene ostacolato dalla madre e dalla zia.
VELENI è un bel film, ambientato tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta del 900' grazie a dei flash back che vedono Antonio bambino. Si incentra sulle psiche , in particolare quella femminile, su cosa vuol dire vivere tutta la vita in un piccolo paesino, dove non si hanno nessun tipo di diversivi, e allora bisogna trovarli a tutti i costi, e su come una psiche già debole possa peggiorare in un ambiente di cattività, ma  anche su come a volte sia necessario allontanare i propri figli per salvarli da una situazione senza uscita. Il perturbante entra in questo film non solo attraverso la storia, in se stessa, che senza dubbio può essere definita un noir, ma in modo preponderante attraverso la recitazione delle due sorelle protagoniste, e le inquadrature della regista, con dei tagli di ripresa molto particolari. Un film affascinante, che non vi deluderà, ben diretto da Nadia Baldi e con un cast all'altezza della storia non propriamente comune....in cui vediamo anceh Roberto Herlitzka in piccolo ruolo, ma sempre unico.
Comito Miriam



Visioni Segrete e Marta Film
presentano
un film di Nadia Baldi

VELENI

con la partecipazione straordinaria di

Lello Arena    Tosca D’Aquino    Roberto Herlitzka

e con

Vincenzo Amato

Giulio Forges Davanzati    Gea Martire    Giuseppe Mannajuolo

al cinema dal 19 ottobre

Dal 19 ottobre al cinema, VELENI, un noir seducente e fuori dagli schemi che si concentra su quello che rimane forse il più insondabile mistero della natura: la mente umana. Un valzer di colpi di scena, personaggi ambigui e storie mai svelate, in un mondo femminile e rimasto isolato in un piccolo paese del sud Italia che, a causa delle guerre e dell’emigrazione, è popolato praticamente soltanto da donne. Diretto da Nadia Baldi e distribuito da Draka Distribution, il film è interpretato da Lello Arena, Tosca D’Aquino, Roberto Herliztka, Vincenzo Amato, Francesca Abategiovanni, Giulio Forges Davanzati, Giuseppe Mannajuolo,  Gea Martire, Annie Pempinello, Marina Sorrenti.

Sinossi

1951. Un piccolo paesino dell’Italia meridionale popolato da sole donne. Antonio, professore di lettere presso un collegio di Gesuiti, torna nel suo paese per assistere al funerale di suo padre, il dottor Bonadies, medico condotto e psichiatra del villaggio, morto il giorno prima in circostanze misteriose. Il professore è deciso a conoscere le ombre che incombono sul passato di suo padre e sfida l’atmosfera surreale di cui la madre e la zia si circondano nella loro vita.

sabato 21 ottobre 2017

AL VIA IL 19 OTTOBRE CON “MAX&MAX” DI JACOPO BEZZI, CON MASSIMO ROBERTO BEATO E ELISA ROCCA, IL CARTELLONE 2017/18 DEL TEATRO SPAZIO18b

AL VIA IL 19 OTTOBRE CON “MAX&MAX” DI JACOPO BEZZI, CON MASSIMO ROBERTO BEATO E ELISA ROCCA, IL CARTELLONE 2017/18 DEL TEATRO SPAZIO18b, LA NUOVA SALA ROMANA CON LA DIREZIONE ARTISTICA DI MASSIMO ROBERTO BEATO E JACOPO BEZZI
SPETTACOLI DI REPERTORIO INCONTRANO LA DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA, LA LETTERATURA, LA MUSICA E LA POESIA.

Un nuovo spazio teatrale nel quale sperimentare e approfondire il proprio linguaggio. Nasce da un’idea de “La Compagnia dei Masnadieri” nata in seno all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “S. D’Amico”  il Teatro Spazio18b, un luogo aperto a tutti, fondato su ricerca e tradizione, una sala teatrale polifunzionale che darà Spazio al Teatro in tutte le sue forme. Spettacoli di repertorio incontrano la drammaturgia contemporanea, la letteratura, la musica e la poesia.
Attraverso la nostra Stagione Spaziale – affermano i direttori artistici Massimo Roberto Beato e Jacopo Bezzi con Francesca Melucci, responsabile promozione marketing e comunicazione - esploreremo orizzonti vecchi e nuovi, incontreremo personaggi e situazioni inedite per consegnare al pubblico un teatro nuovo aperto a tutti.
Non mancheranno i momenti di formazione e di ricerca, con i nostri laboratori e workshop, incontri di teatro sociale e civile”.
A inaugurare la stagione sarà il 19 ottobre MAX&MAX di Jacopo Bezzi, con Massimo Roberto Beato e Elisa Rocca. Un unico spazio vitale, due attori ai quali è affidato il compito di portare sulla scena due esseri umani unici, con le loro contraddizioni, i loro dubbi, le loro certezze… l'amicizia e l'amore che legano un ragazzo e una ragazza omosessuali.
Lui è uno studente americano di buona famiglia, lei una borderline strappata dal seno della madre lesbica dagli assistenti sociali britannici. Insieme costruiscono un sodalizio straordinario che scandalizza persino i gruppi studenteschi omosessuali, troppo integralisti per accettare che un gay conviva con una lesbica.
Il vorticoso gioco di scambi di ruolo, di mascheramenti e di inaspettate rivelazioni, viene "danzato" dai suoi protagonisti in uno spazio quasi vuoto, con uno stand di abiti vintage e due cubi per evocare gli ambienti più disparati, dall'interno delle discoteche all'appartamento dove vanno a vivere. L'azione è scandita dal ritmo serrato tra due individui che si attraggono e si respingono, si insultano e si abbracciano, si svestono e si cambiano d' abito, nel disperato tentativo di essere se stessi. Il dialogo crudo, acido e graffiante  si alterna a parti monologanti in prima e terza persona, attraverso i quali i personaggi raccontano se stessi, il loro passato familiare e l'ambiente che li circonda.

Spazio 18b
Via Rosa Raimondi Garibaldi, 18b
00145 Roma (zona Garbatella) www.spazio18b.com
19-29 ottobre 2017
Dal giovedì al sabato ore 21
Domenica ore 18
PREZZI BIGLIETTI (stagione)
intero €15, ridotto €12, tessera semestrale €3
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Il carcere a teatro all'Off off theatre nuovo spazio polifunzionale in via Giulia.


DENTRO LA TEMPESTA, uno spettacolo singolare, diverso e profondamente vero inaugura l'OFF OFF FESTIVAL...L'Altro Teatro.  Un palazzo d'epoca,  sito in una delle vie più caratteristiche e famose del centro di Roma, con tanto di scavi archeologici nei sotterranei, e da tempo ormai adibito a uso magazzino è stato riscattato da Silvano Spada, che gli ha dato nuova vita rendendolo uno spazio polifunzionale.  Da ieri, serata inaugurale, e fino al 29 ottobre, saranno in scena: Salvatore Striano, Carmine Paternoster e beatrice Fazi, in uno spettacolo di teatro civile, che vuole raccontare, senza luogo comuni ma attraverso il realismo, cosa sia la vita in carcere, in tutte le sue sfumature, compresa l'impotenza avvertita dalla direttrice, nel momento in cui s rende conto che le procedure troppo restrittive, attive solo nel nostro paese, riescono a privare i detenuti, dei diritti primari come quello di vedere il proprio genitore in punto di morte. Più volte ero stata a Rebibbia, per vedere spettacoli fatti dai detenuti, questa è una cosa diversa, non è il teatro portato in carcere, ma il carcere portato a teatro. Il carcere non viene solo narrato, ma vissuto grazie sia alla scenografia: due celle con tanto di sbarre, e arredamento carcerario, un corridoietto di mezzo, e al lato la scrivania della direttrice, illuminata da una fredda luce a neon tipica degli uffici. Lo spettacolo  è incentrato su come la detenzione possa essere salvifica, solo nel caso in cui, il detenuto, trovi in carcere qualcosa che fuori gli era negato, perchè magari nato in quartiere difficile, la possibilità di leggere di studiare, di avvicinarsi al teatro, di vivere il teatro, e attraverso lo stesso di fare un percorso liberatorio. Esiste il caso? Forse no, il primo testo a cui di è avvicinato Striano è stato La tempesta di Shakespeare in cui ha interpretato Ariel. La tempesta viene considerato un testo alchemico, quindi di trasformazione, e in aggiunta Ariel è un personaggio etereo, quindi completamente diverso da lui, o per lo meno da lui fino a quel momento. L'arte quindi come redenzione, l'arte salvifica. Striano è affiancato in questo spettacolo da Carmine Paternoster che ha fatto un percorso molto simile alla sua e da Beatrice Fazi che interpreta la direttrice del carcere.
La serata inaugurale ha visto tra il pubblico numerosi volti dello spettacolo: Piera Degli Esposti, Violante Placido, Anna Galiena, Fabio Troiano, Massimo Poggio, Nathalie Rapti Gomez.
Miriam Comito






OFF-OFF FESTIVAL” l’altro teatr..


20 ottobre 2017  27 maggio 2018

“Apriamo un nuovo teatro a Roma in via Giulia, nel cuore della Capitale e nella più celebre e storica strada di Roma per dare il nostro contributo alla vivacità della vita teatrale e come segnale di fiducia nel futuro e di certezza nella forza di una grande Capitale.

Lo apriamo nel momento in cui ci sono teatri che chiudono e altri che minacciano di chiudere. E la nostra è una sfida all’immobilismo e all’inerzia, secondo la quale niente di nuovo può succedere perché i nomi dei protagonisti sono fissi e sono quelli e perché i luoghi dei rituali devono restare quelli di sempre e sempre gli stessi.

Pur nel rispetto della nostra straordinaria storia teatrale, noi riteniamo, al contrario, che sia inderogabile uscire dalla commemorazione di quello che siamo stati per proiettarci, invece, in nuovi progetti culturali, nuovi percorsi e nuovi e diversi modi di incontrarci.

Apriamo un nuovo teatro con grande coraggio per l’ingente impegno economico che ci siamo assunti, dopo aver fondato e diretto il Todi Festival che abbiamo lasciato per dedicarci proprio a questo nuovo progetto che oggi ci è più aderente.

E apriamo un nuovo teatro in vecchi magazzini, in locali in disuso da molti decenni che abbiamo restaurato e sottratto a jeanserie, garage residenziali, fast food o altrimenti destinati, per consegnarli, invece, alla fruizione culturale della collettività.

Si chiamerà OFF/OFF THEATRE, dove “off-off” sta per fuori dalla stasi e dalla routine, fuori da quella routine che vede spettacoli di un certo tipo sistematicamente “piazzati” in un certo tipo di spazi e altri spettacoli di qualità, più o meno, ghettizzati in luoghi diversi. Noi riteniamo però che il Teatro, quando è capace di creare fascino e magia, è uno soltanto e non esistono “questi” e “quelli”.

OFF/OFF THEATRE sarà uno spazio di libertà in cui giovani autori, attori e registi siano protagonisti al centro della vita del Teatro e non in estenuante attesa di occupare gli spazi che, per merito, sono loro dovuti.

Riteniamo, infatti, sia tempo che si affermi il meglio delle nuove generazioni, non soltanto generazioni in termini di età, ma di nuovi talenti tenuti ai margini e ci battiamo perché nel teatro si produca una diversa mentalità ed una nuova atmosfera per favorire l’indispensabile allargamento delle fasce di pubblico e l’incontro tra pubblici nuovi e diversi.

Noi oggi presentiamo non una Stagione teatrale ma presentiamo l”OFF/OFF FESTIVAL” l’altro teatro…

Un Festival di Teatro che durerà sette mesi, dal 20 ottobre 2017 al prossimo 27 maggio, con protagonista la prosa, ma anche musica, cinema, incontri, teatro per le scuole, mostre, presentazioni libri e cabaret.

“OFF/OFF FESTIVAL” sarà un festival vivace e dinamico, un’occasione d’incontro, di curiosità e di amicizia: un festival di Teatro che contagi anche chi non ha avuto opportunità o occasione di conoscerlo, il Teatro e attragga chi, per distrazione o interessi diversi, non abbia l’abitudine di frequentarlo.

È il Festival sarà soprattutto momento di presentazione e di lancio di spettacoli inediti proposti al pubblico, ma anche ai produttori e distributori: una vetrina, una campagna acquisti per le più ampie tournée.

Infine, fin da oggi e più ancora nel futuro, obbiettivo primario è che Roma, come Parigi, Berlino, Londra e New York, con nuove intuizioni, progetti nuovi e lunghe teniture, svolga nel Teatro il suo ruolo di grande Capitale proiettata nel futuro”
Silvano Spada

PROSA



SPETTACOLO INAUGURALE


Produzione
Off-Off Theatre 

DENTRO LA TEMPESTA

liberamente ispirato a La Tempesta di Sasà
di Salvatore Striano
ed. Chiarelettere

con
SALVATORE STRIANO
CARMINE PATERNOSTER BEATRICE FAZI
regia
SALVATORE STRIANO

scene e costumi 
Alessandro Chiti

disegno luci Giuseppe Filipponio sound design 
Umberto Fiore 
 20  29 ottobre 2017


“È tutta una vita che si sperimenta il teatro in carcere ma, per la prima volta, proveremo a portare il carcere in teatro. Due celle, due detenuti che affrontano l’inferno carcerario, spesso luogo senza senso, che si trasforma in una palestra del crimine. Non una favola nera, poiché in carcere, iniziando con la lettura de La tempesta di Shakespeare, entrerà la forza salvifica dei libri e i due protagonisti cominceranno una vera e propria revisione critica, abbandonando gradualmente quegli atteggiamenti e linguaggi che li avevano portati a perdersi”. 
Salvatore Striano 




PROSA




Salvatore Striano, prima latitante, arrestato e detenuto a Madrid poi a Rebibbia, si appassiona al teatro in carcere. Esordisce nel cinema con Matteo Garrone nel film Gomorra ed è protagonista nelle fiction TV:                 Il clan dei camorristiL’oro di Scampia e ancora nel cinema Take fiveI milionari, ed è Bruto nel film dei fratelli Taviani Cesare deve morire, vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino.

Carmine Paternoster, le sue prime esperienze teatrali sono nate tra le mura del carcere. In cinema protagonista nel film I cinghiali di Portici, di Diego Olivares. In teatro, Petrolio e Morte di Danton per la regia di Mario Martone. E ancora in cinema, protagonista de L’intervallo, di Leonardo Di Costanzo, Take Five, di Guido Lombardi e protagonista nel ruolo di Roberto nel film Gomorra di Matteo Garrone. 

Beatrice Fazi debutta in tv su Rai1 come conduttrice del programma per bambini Big!A seguire Macao di Gianni Boncompagni nel ruolo di Nunzia. Tra le fiction Un Medico in Famiglia nel ruolo di Melina. Al cinema, tra gli altri, La verità, vi prego, sull'Amore con Pierfrancesco Favino e protagonista in Quartetto, di Salvatore Piscicelli. In teatro con le regie di Gigi Proietti, Francesco Apolloni, Eleonora Danco.



Ho scelto DENTRO LA TEMPESTA come spettacolo inaugurale non solo per l’aspetto di teatro civile legato alla drammatica situazione umana del sistema carcerario, ma soprattutto perché il tema più profondo del testo è quello che soltanto la cultura può salvare gli individui e il mondo. 
E nel pieno di questa nostra epoca di globalizzazione è solo la cultura che garantisce il progresso e la civiltà ed è l’unica bussola all’interazione, integrazione e comunicazione tra gli individui e tra i popoli.

E mi piace ricordare Giovanni Testori che affermava: ‘Cultura non sono le conoscenze settoriali, patrimonio soltanto di alcuni privilegiati addetti ai lavori e anzi, quando qualcuno si sente depositario della cultura, opera un atto di terrorismo, perché la cultura vera di un Paese è quella a cui concorrono tutte le possibilità di ognuno’.

E il grande Maestro Claudio Abbado, un gigante della cultura mondiale, amava ripetere che ‘chi ama la cultura vuole conoscere tutte le culture e, dunque, è contro gli steccati e i razzismi di ogni tipo’.

Ed è per questi motivi che DENTRO LA TEMPESTA è il nostro spettacolo inaugurale.”
Silvano Spada   


 OFF OFF THEATRE
Via Giulia 19/21 – Roma

20 -29 ottobre 2017

Serali ore 21 le pomeridiane ore 18
Il cabaret alle ore 23

Prezzi da 25 a 15 euro