venerdì 1 settembre 2017

PROVE APERTE Recensione

Il Roma Fringe Festival VI
Presenta

Dal 30 agosto al 1 settembre 2017
Villa Mercede, Via Tiburtina 113 – 115

PROVE APERTE

Libero Teatro Calabria (Cosenza)

Scritto e diretto da Max Mazzotta

Con Max MazzottaGraziella Spadafora e Paolo Mauro


Spettacolo molto interessante PROVE APERTE in scena ancora stasera nell'ambito della vi edizione del Roma Fringe Festival. Un faro sul mondo dell'attore teatrale, sui suoi sogni, le sue paure, le sue varie tipologie di manie, il tutto raccontato attraverso una finestra a cui lo spettatore si può affacciare per spiare, la vera vita dell'attore, il momento in cui da il meglio, o il peggio di se stesso: le prove! Diviso in quadri, annunciati da una proiezione su schermo che ne scandisce il count down alla prima, nello spettacolo sono abilmente mescolati grandi ideali, come quello di poter vivere della propria arte e piccole meschinerie, gelosie, vezzi propri dell'attore Viene messa in luce anche la sottomissione totale degli attori al regista creatore, che chiede cose all'apparenza assurde, ma che sono fattibili e che suscitano dal parte del pubblico risate e applausi. Una rassegna di tutti quegli esercizi che via via andando avanti ogni allievo si troverà ad eseguire, ma con un guizzo in più, ovvero quelle sfumature che sfiorano il paradosso, ma che a ben vedere, spremendo l'anima si possono ottenere. Esilaranti le pantomime inscenate dai tre attori, su tutte quella della zanzara. Il Testo di Mazzotta è divertente e allo stesso tempo coglie nel segno il mondo che ruota attorno alle assi di legno. 
GRAZIE!
Miriam Comito


Prove Aperte racconta le vicende di tre teatranti calabresi Mimì, Cocò e Carminuzzu (folle regista dei nostri tempi) alle prese con l'allestimento di uno spettacolo da rappresentare in un importante teatro con pochi giorni a disposizione e con una compagnia ridotta al minimo indispensabile. Mimì e Cocò fanno fatica a capire le idee del folle regista, la sua poetica e il suo modo di concepire l'arte teatrale, anche perché egli vorrebbe realizzare uno spettacolo incentrato sulla ricerca di «Un teatro moderno che parla dei tempi moderni» e che esprima attraverso metafore il tema della vittima e del carnefice. Questo li porta a sperimentare, in uno spazio ideale che Carminuzzu chiama Quadrato Magico (il magma della creazione), improvvisazioni di «storielle brevi, semplici e dirette», scelta che lo porterà alla creazione di una nuova forma di teatro che chiamerà Flash Art. tutti gli attori, anche Mimì e Cocò vivono il dramma di dover recitare sia sulla scena che nella vita e durante la preparazione di uno spettacolo questo dilemma si fa più stridente, portando i personaggi a compiere azioni la cui irrazionalità sorprende anche loro stessi. E' proprio durante le prove che vengono fuori tutti i lati oscuri delle loro personalità, permettendo così al pubblico di conoscerli, di amarli, di odiarli, di giustificarne ogni intenzione.
La forza di Prove Aperte sta sicuramente nell’irresistibile, surreale comicità dei personaggi; se Carminuzzu è un regista talmente pazzo da costringere i compagni a improvvisare una scena che ha come protagonisti una soppressata e un salumiere, Mimì e Cocò sono degnissimi rappresentanti della vasta gamma di manie, vezzi, isterismi e sindromi compulsive che caratterizzano gli attori. La sincerità della loro follia fa sì che ciò che avviene in scena risulti nello stesso tempo del tutto incredibile e assolutamente verosimile; il pubblico viaggia sospeso fra questi due opposti, domandandosi per tutto il tempo se i personaggi sul palcoscenico siano tre poveri guitti, oppure degli artisti talmente grandi da risultare incomprensibili. Al di là della risposta che ciascuno spettatore si darà, lo scopo dello spettacolo è proprio quello di stimolare domande e allo stesso tempo raccontare, con l’esplosiva leggerezza della comicità, il dramma della vita nel teatro, le quotidiane difficoltà con cui si scontra chi si rassegna a fare della poesia, del sogno e dell’immaginazione il proprio mestiere; la fatica, l’amore e la follia che ne costituiscono la straordinaria essenza.

Max Mazzotta

I suoi studi iniziano presso l'Accademia d'Arte Drammatica della Calabria di Palmi. Nel 1991 entra a far parte della scuola del Piccolo Teatro di Milano Teatro d'Europa, diretta da Giorgio Strehler, dove si diploma. Qui ha come suoi maestri di interpretazione lo stesso Strehler e Enrico D'Amato, come maestri di recitazione Franco Graziosi, Andrea Jonasson; Gianfranco Mauri per il dialetto milanese e Marina Dolfin per il dialetto veneziano, mentre maestro di commedia dell'arte è Ferruccio Soleri. Ha frequentato diversi stage con Marcel Marceau, Micha van Hoecke e Carolyn Carlson. Nel 1995 esordisce come regista per il teatro e nel 1998 è tra i fondatori della compagnia Libero Teatro di cui è tuttora direttore e regista. Peculiarità del lavoro teatrale: un interesse a rielaborare opere di grandi maestri del teatro classico e moderno come Shakespeare, Beckett, Brecht, Pirandello e altri; l'utilizzo dei dialetti calabresi sia come traduzione di testi conosciuti che come costruzione ex novo di scritture teatrali, Mazzotta oltre ad essere il regista della compagnia è autore di testi teatrali; l'attachement di diversi linguaggi scenici che spaziano dall'utilizzo di maxischermi, telecamere in diretta, microfoni e sintetizzatori audio, musiche registrate e orchestrine dal vivo, al semplice connubio di luci e ombre; il lavoro sullo spazio scenico, inteso non come luogo fisico, ma come spazio ideale.
Esordisce nel cinema nel 1997 in L'ultimo capodanno di Marco Risi, seguono altri film sia per il cinema che per la tv, tra le esperienze più significative: nel 2002 interpreta Enrico Fiabeschi, uno dei personaggi nati dalla matita del fumettista Andrea Pazienza, nel film Paz! Nel 2004 recita la parte di Lionello, un carabiniere di Bocchigliero emigrato a Bologna, cui viene dato il compito di sorvegliare le trasmissioni di Radio Alice nel film Lavorare con lentezza diretto da Guido Chiesa. Nel 2012 lavora al suo primo film da regista di cui è anche protagonista, intitolato Fiabeschi torna a casa; il film prende spunto dal celebre Paz! interpretato da Mazzotta dieci anni prima. Girato tra Cosenza e Bologna.

PROVE APERTE – Villa Mercede, Via Tiburtina 113-115 - Dal 30 agosto al 1 settembre 2017
Palco A: 21.00 mercoledì 30 agosto, Palco B: 19.30 giovedì 31 agosto, Palco A: 21.00 venerdì 1 settembre
Biglietto unico 6 euro - info e prenotazioni al 333/9555376

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