venerdì 16 settembre 2016

LO STUPRO DI LUCREZIA Recensione

TEATRO DEI CONCIATORI
C.U.T. – Contemporary Urban Theatre - 100% TAGLIO CONTEMPORANEO

14 | 18 settembre 2016
LO STUPRO DI LUCREZIA
dal poema di Shakespeare
Drammaturgia e regia di Luca De Bei
con Federica Bern

Scene Valeria Mangiò
Costumi Camilla Marcelli





 La stagione 2016-2017 del Teatro dei Conciatori apre con LO STUPRO DI LUCREZIA, scritto e diretto da Luca De Bei e interpretato da Federica Bern. La scenografia essenziale ma suggestiva, fa da cornice al susseguirsi di 5 eroine tutte interpretate dalla Bern. Il filo conduttore dello spettacolo, è il coraggio, nelle sue molteplici sfaccettature che vanno dall'abnegazione, alla caparbietà, alla purezza e  alla ribellione. Tutte queste caratteristiche sono presenti in tutti i personaggi dello spettacolo, che vuole mettere in luce la forza disperata di alcune donne, e anche come purtroppo, da 2.500 anni fa ai nostri giorni alcune cose non siano cambiate per nulla. Lucrezia, moglie di Lucio Tarquinio Collatino, è l'emblema della donna che combatte per la propria dignità, ma anche simbolo di un cambiamento, è lei infatti che venendo stuprata da Sesto Tarquinio, Figlio di Tarquinio il Superbo re despota, si suicida, ma prima chiede che venga punito il colpevole, gesto che dà il via alla cacciata dei tarquini da Roma e apre alla nascita della repubblica nel 509 A.C. Luca De Bei con la sua proverbiale e conosciuta sensibilità è riuscito prendendo come spunto la vicenda della nobildonna romana, nella versione del sonetto shakesperiano a dar vita e continuità, alle storie di altre quattro donne a noi contemporanee, che hanno dovuto, per diverse ragioni, e con diversi mezzi tirare fuori tutta la forza che avevano dentro. Berta Càceres una donna Honduregna che faceva parte della comunità lenca, una popolazione indigena discendente dai Maya. In Honduras le popolazioni indigene vivono in condizioni di estrema povertà e di oppressione culturale e politica. Nel 2015 a berta Càceres è stato assegnato il Goldman Environmental prize, per il suo attivismo ambientale e per la riuscita del veto sulla costruzione di una diga sul fiume Rio Gualcarque da parte di una  compagnia honduregna la DESA in combutta con una cinese la Sinohydro, il 3 marzo 2016 Berta viene assassinata in casa sua da degli sconosciuti. Nel 2009 in Honduras c'è stato un colpo di stato militare, e da quell'anno l'Honduras ha conosciuto una forte crescita di progetti a forte impatto ambientale, minacciando l'ecosistema e le comunità indigene. Berta, novella Lucrezia ha paato con la vita la sua fedeltà ai propri ideali. Il testo di De Bei, dimostra come il coraggio non abbia ne confini temporali, ne spaziali e nemmeno di età, ecco trasformasi la Bern dopo essere stata Lucrezia e Berta, in una bambina Yemenita Nada Al-Ahdal, che si ribella al matrimonio forzato che le voleva imporre la propria famiglia, preferisce morire che essere sposata ad un uomo molto più vecchio di lei, disposto a pagarla per averla, Nada grazie all'aiuto dello zio è salva, meno fortuna a avuto la piccola Fatma, morta di parto bambina, interessante la soluzione registica scelta per questa parte dello spettacolo: i burattini, quindi tutto il ridotto al paradosso, perchè di questo stiamo parlando, alla piccola Fatma non era permesso neanche mangiare le ciambelle, ma lei ne ruba comunque un pezzo, che erano riservate ai suoi fratelli, il personaggio più grottesco ed agghiacciante è la madre di Fatima, che conclude ogni suo discorso con la frase "Ah che disgrazia avere figlie femmine!". Non crediamo che in Italia non ci siano novelle Lucrezie...ci sono... Paola Clemente, una  bracciante morta a 49 anni di caporalato ad Andria il 13 luglio 2015, nonostante gli sforzi: si svegliava alle 2.30 saliva sul pullman tutto il giorno o con le braccia in alto per cogliere l'uva o con la schiena chinata per raccogliere le fragole, con pause esigue e i morsi della fame, e lei continuava perchè i soldi in famiglia servivano. E, infine, Kiana Firouz una donna omosessuale nata in Iran, che attualmente è una repubblica islamica, dove l'omosessualità non è tollerata, e lo sono ancor meno coloro che indagano sui soprusi effettuati dallo stato nei loro confronti. La Firouz scappò nel 2008 dal suo paese per chiedere asilo in Inghilterra che in un primo momento glielo rifiutò, e che gli è stato accordato nel giugno del 2010 grazie all'intervento del Gruppo EveryOne, sono stati mobilitati alcuni componenti del parlamento europeo ed inoltrato un appello alla Border immigration Agency e al governo britannico. I registi e attivisti per i diritti umani  Ramin Goudarzi Nejad e Mahshad Torkan, hanno realizzato un film Cul de sac  sulla vita della Firouz. 
Ciò che colpisce nel testo di De Bei è: la puntualità e la sensibilità nel capire, in profondità, e quindi trasmettere ciò che può esserci nell'animo umano al momento in cui a prescindere dal periodo storico, dal paese di origine, dal sesso, dal proprio orientamento sessuale si prova davanti ad una via senza uscita arrivare alla soglia e reagire, seppur in modo diverso, questo è quanto accomuna Lucrezia, a  Berta, aNada, a Fatma, a Paola,  a Kiana.
Miriam Comito

Luca De Bei e Federica Bern apriranno la quinta stagione del Teatro dei Conciatori (14 – 18 settembre 2016 ) con LO STUPRO DI LUCREZIA, lo spettacolo scritto e diretto da Luca De Bei, tratto da Shakespeare, vede Federica Bern protagonista di un monologo intenso ed emozionante.

Lucrezia è colei che con un gesto drammatico e clamoroso denuncia al marito e a tutta la società romana il sopruso che ha subito dal figlio del re, Tarquinio il Superbo, ottenendo così che il tiranno venga cacciato da Roma. E’ dunque un archetipo di donna che agisce, che si ribella, che è disposta a sacrificare se stessa per i suoi ideali. Lo spettacolo parte dalla sua figura e dal poema di Shakespeare per approdare a quattro personaggi femminili reali e contemporanei, in un passaggio ideale di “testimone”.  Sul palcoscenico si alternano così la storia di Berta Caceres, l’attivista honduregna che ha pagato con la sua vita l’impegno per salvare la natura e i popoli indigeni di cui lei stessa faceva parte; il racconto di una bambina yemenita di 11 anni che fugge dalla sua famiglia e chiede aiuto alle autorità per non doversi sposare a un uomo scelto dai genitori; la triste vicenda di una bracciante agricola italiana vittima del caporalato e del lavoro nero; e infine il coraggio e la determinazione di Kiana Firouz una giovane donna lesbica, attrice e attivista per i diritti Glbt in fuga dal suo paese, l’Iran, che in Inghilterra ottiene asilo politico e gira un film sulla sua vita. Grazie a queste cinque donne così diverse tra loro eppure così simili, i duemilacinquecento anni che dividono Lucrezia dai nostri giorni sembrano annullarsi. Si tratta di donne che si fanno paladine dei diritti civili, che pagano sulla loro pelle le scelte fatte, che diventano per tutti noi il simbolo delle battaglie contro una società capitalista, razzista e patriarcale. Donne che non si arrendono, che trovano la forza di opporsi, il coraggio di gridare al mondo le ingiustizie subìte. Donne che contribuiscono a sviluppare la consapevolezza e a indicare la strada per il cambiamento.

ALCUNE DOMANDE AL REGISTA E DRAMMATURGO LUCA DE BEI.
D- Com’è nata l’idea di questo spettacolo?
R – All’inizio doveva trattarsi solo del sonetto shakespeariano ma poi, lavorando sulla modernità del messaggio di Lucrezia e sulla teatralità da infondere al tutto, ho pensato che il modo migliore per mettere in evidenza la portata filosofica e la contemporaneità del testo di Shakespeare fosse quella di raccontare anche storie di donne che, idealmente e attraverso i secoli, hanno dato seguito all’esempio della nobildonna romana di circa duemilacinquecento anni fa.
D- Come mai solo donne contemporanee?
R – Perché volevo che lo spettacolo fosse il più vicino possibile alla gente, il più comprensibile ed emozionante. Queste storie di donne raccontano un presente che, in un modo o nell’altro, conosciamo e spesso ci appartiene.
D_ Come hai scelto l’interprete, Federica Bern?
R- In realtà il progetto è nato su di lei e assieme a lei. Federica è un’attrice che stimo molto e con cui, a partire dal mio “Le mattine dieci alle quattro”, ho continuato sempre a lavorare.
D – E’ Federica Bern a interpretare i diversi ruoli?
R- Certamente. Sia perché era necessario che lo “spirito” di Lucrezia si incarnasse in tante donne lasciando però in qualche modo la stessa impronta, sia perché questa attrice è capace di essere vera e credibile come bambina e come donna, come una figura del passato e come un personaggio del presente. E inoltre Federica è a suo agio e potente sia nei ruoli drammatici che nei toni da commedia.
D- Dunque nello spettacolo c’è anche una parte “leggera”?
R- Assolutamente sì. Attraverso la leggerezza e l’ironia si possono far passare argomenti e temi serissimi, e questo è uno dei miei obiettivi principali quando faccio teatro.
D- Tu passi dai grandi teatri – la stagione scorsa eri al Teatro Eliseo con la produzione di un testo e regia tuoi per Ugo Paglia, Paola Quattrini, Pia Lanciotti ed altri – a piccoli teatri come I Conciatori, dove debutti con questo nuovo spettacolo. Come mai continui a frequentare i teatri “off”?
R- Difendo con passione la scelta di lavorare anche in piccoli teatri, ovviamente con progetti creati apposta e in sintonia con gli spazi limitati e il basso budget, perché le realtà teatrali di questo tipo sono fondamentali. Sia per permettere ai giovani artisti di mettersi alla prova e fare esperienza, sia per creare spettacoli in cui inventare, osare, rischiare. Spettacoli che difficilmente avrebbero asilo in spazi più grandi e commerciali. Purtroppo la politica italiana, le istituzioni, i nostri legislatori stanno invece agendo in senso opposto, rendendo a queste piccole ma preziose realtà, la vita sempre più difficile e spesso decretandone, mai come in questi ultimi tempi, la chiusura. Ma un paese che non offre una pluralità di proposte e di visioni è un paese povero e asfittico, e senza futuro. Del resto, e di questo sono ormai tristemente convinto, la Cultura in Italia sembra spaventare più che assumere il valore di un bene prezioso su cui investire.  



TEATRO DEI CONCIATORI - Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA
Tel. 06.45448982 – 06.45470031 - info@teatrodeiconciatori.it - http://www.teatrodeiconciatori.it/
TIPOLOGIA BIGLIETTI: € 18,00  + tessera obbligatoria di 2 €
ORARIO SPETTACOLI: dal martedì al sabato ore 21,00 domenica ore 18,00
RIDUZIONI PER I LETTORI DI PERSINSALA, SALTINARIA, GUFETTO, MEDIA&SIPARIO

           

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