giovedì 14 aprile 2016

FIGLI,MARITI, AMANTI...IL MASCHIO SUPERFLUO Recensione

Angelo Tumminelli
Presenta
SIMONA IZZO          RICKY TOGNAZZI
Figli, Mariti, Amanti…
Il Maschio Superfluo
di Simona Izzo

con
Giuseppe Manfridi e Kiara Tomaselli

Scene Massimo Bellando Randone - Costumi Moris Verdiani - Musiche Bentmont.

Regia
Ricky Tognazzi

Testo scoppiettante, acuto, divertente, assolutamente realista quello scritto da Simona Izzo da cui fuoriesce una commedia estremamente piacevole da seguire. L'estro della scrittura della Izzo è travolgente, in grado di realizzare compiutamente sia il pensiero femminile che quello maschile alle prese con la vita di coppia, più o meno felice, più o meno regolare. Il feeling tra lei e Ricky Tognazzi è chiaramente percepibile. FIGLI, MARITI ,AMANTI ... IL MASCHIO SUPERFLUO racchiude, davvero, tante cose, andando addirittura a scandagliare nel profondo, pur rimanendo una commedia dei temi attuali, sorpassandoli per renderli non più discutibili, come la separazione del figlio della coppia dal suo compagno, ma assolutamente normali. un altro dei pregi di questo spettacolo è il ritmo che non lascia spazio alla noia, e la possibilità di immedesimarsi nei personaggi. Si ride, quindi, ma si riflette anche sulle tipicità umane, che dal punto di vista sentimentale potrebbero essere assimilate al comportamento delle specie animali, in particolare la rana pescatrice o anche il bisonte, che in modo del tutto naturale, con dei comportamenti innati e senza, ovviamente, preconcetti riescono perfettamente a eliminare il maschio superfluo. Se volete passare una serata allegra andate alla Sala Umberto a vedere "Figli, mariti, amanti ...il maschio superfluo".
Miriam Comito
In trent’anni di attività ho firmato la regia di circa trenta film e di una sola commedia, mentre di altre sono stato interprete. Da David Rabe a Stefan Berkoff, ho sempre prediletto testi di drammaturgia contemporanea, per lo più di ascendenza anglosassone (unica eccezione, ‘Art’ di Yasmine Reza). Comprensibile, visto che una parte di me è in quel mondo che affonda le sue radici, sia anagrafiche che culturali.
Ha senso ricordarlo al momento in cui affronto il mio primo copione di autore italiano. Anzi, di autrice. Anzi, di Simona. Sicché, della persona che più di ogni altra è mescolata al mio universo creativo in un febbrile rapporto di reciproche sollecitazioni (da trent’anni, in perfetta consonanza col mio curriculum professionale!). Ma a prescindere da questo, “Figli, mariti, amanti” ha molti tratti affini ai titoli con cui già mi sono confrontato. Innanzitutto, la straripante forza ritmica, l’esuberanza di dialoghi, l’incalzante capacità che hanno le battute di mordersi l’un l’altra.
A questo pensavo mentre Simona mi leggeva la prima versione del testo, nata di getto. La cosa merita di essere sottolineata poiché già racconta molto della commedia, che ha il suo marchio più vitale proprio in una verbalità magmatica, a tutto tondo. Tonificante e tossica al tempo stesso. Voci che si intrecciano le une alle altre maturando relazioni, caratteri, personaggi e, infine, una storia. Tant’è che il lungo lavoro successivo di revisione, le innumerevoli limature e correzioni, non hanno affatto stemperato questo tratto di irruenza originario. Semmai, lo hanno affinato al massimo grado.
Dalle voci in collisione mi è stato facile immaginare lo scaturire, con prepotenza comica, di corpi, di fisionomie e di situazioni. Mi è stato anche facile intuire il calco reale di tante circostanze e di talune battute, come il tic di un amico o la fragilità di un altro. Le fonti umane, insomma; le persone che precedono i personaggi. Ma si sa: così si scrive, così si crea. Importante è che poi il testo sappia far dimenticare i suggerimenti della realtà e assumere carattere autonomo, offrendosi allo spettatore come un racconto in cui riconoscersi e immedesimarsi.
La nostra storia, che si snoda in presa diretta come fosse un lungo piano sequenza, inizia di sera e prosegue con l’avanzare della notte all’interno di un sofisticato loft destinato a trasformarsi da dimora accogliente in territorio di scontri e riconciliazioni.
Una coppia, addestrata a battibecchi resi ormai innocui da una consolidata tradizione di schermaglie domestiche, subisce l’intromissione proditoria di una seconda coppia composta da un vecchio amico in perenne stato di necessità e da una sua recente e assai più giovane compagna. I due trascineranno a casa dei primi l’onda lunga di una litigata furibonda e impietosa che getterà anche costoro in un rutilante vortice di rinfacci senza esclusione di colpi dando corpo alla messa in campo di un alterco assoluto, denso di colpi di scena e tessuto da battute fulminanti. D’altronde, quando si è in presenza di un contenzioso ad alta temperatura, gli esseri umani, per difendersi, sanno affilare le armi verbali al punto che, nel pathos del momento, si rivelano addirittura capaci di comporre endecasillabi perfetti.
Due relazioni - una coniugale, l’altra estemporanea - si fonderanno, dunque, in una girandola di malintesi e permalosità sino a ricomporre il paesaggio di una nuova armonia. Se più forte o più precaria della precedente è materia offerta alla discussione.
In quanto al Maschio Superfluo, cui si accenna nel sottotitolo: spero di non essere Io.
Ricky Tognazzi

Dal 12 al 30 aprile

SALA UMBERTO
Via della Mercede, 50 Roma
Tel. 06 6794753 www.salaumberto.com
Martedì ore 21, mercoledì ore 17, giovedì e venerdì ore 21, sabato 17 e 21 domenica 17
Prezzi da 35€ a 263€

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