mercoledì 26 marzo 2014

"Il Guaritore" > testo di Michele Santeramo > prossime date in Toscana e Veneto

IL GUARITORE
di Michele Santeramo
testo vincitore della 51a edizione del Premio Riccione per il Teatro

regia Leo Muscato

con (in o.a.) Vittorio Continelli, Simonetta Damato, Gianluca delle Fontane,
Paola Fresa, Michele Sinisi

scene e costumi Federica Parolini
direzione tecnica Alessandro Grasso
foto di scena Matteo Leonetti
segreteria Lidia Bucci

produzione e organizzazione
Luca Marengo per Teatro Minimo
Angela Colucci e Eleonora Fiori per Fondazione Pontedera Teatro

produzione Teatro Minimo e Fondazione Pontedera Teatro
coproduzione Riccione Teatro, Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria
in collaborazione con Bollenti Spiriti – Regione Puglia
Assessorato alle Politiche Giovanili e alla Cittadinanza Sociale
Assessorato alla Cultura del Comune di Bitonto

27 marzo > Arcidosso (GR), Teatro degli Unanimi
28 marzo > Pomarance (PI), Teatro dei Coraggiosi
29 marzo > Pontedera (PI), Teatro Era
1 e 2 aprile > Padova, Teatro Verdi


Dopo il successo al Teatro Valle Occupato di Roma, prosegue il fortunato tour de “Il Guaritore” testo di Michele Santeramo, vincitore della 51° edizione del Premio Riccione per il Teatro.
Diretto da Leo Muscato, interpretato da Vittorio Continelli, Simonetta Damato, Gianluca delle Fontane, Paola Fresa, Michele Sinisi e prodotto da Teatro Minimo e Fondazione Pontedera Teatro, che da vari anni sostiene i progetti della Compagnia, lo spettacolo sarà presentato in tre città toscane: Teatro dei Coraggiosi di Pomarance, Pisa (27 marzo), Teatro degli Unanimi di Arcidosso, Grosseto (28 marzo), Teatro Era di Pontedera (29 marzo). Ultima data al Teatro Verdi di Padova (1 e 2 aprile).

Il Guaritore”, mette in relazione le storie delle persone, per farle guarire. Ha un fratello che mal sopporta. Gli arrivano in casa due donne con problemi opposti, e un ex pugile. Questa guarigione non è cosa facile, serve leggerezza, disimpegno, distacco e grappa. É un personaggio che prova a mettersi tra il malessere e la soluzione dei problemi. Ha il colletto della camicia sporco, non ci vede quasi più ma riesce a guarire le persone. Non è un mago nè un medico. Vive sulla linea d'ombra tra realtà e fantasia, come ogni personaggio della scena.

“Cosa doveva guarire, questo mio Guaritore? Deve guarire le storie – scrive l’autore – per dirla meglio, deve guarire delle persone, partendo dal presupposto che per guarire una storia bisogna metterla in relazione con un’altra. La relazione, l’idea di mettere al centro una generosità a cui trovo sempre meno disposta la gente, come se condividere qualcosa sia diventato perderne il senso”. Il Guaritore fa proprio questo: “mette le storie in relazione, per fare in modo che guariscano prendendosi addosso interamente il peso di ogni sua responsabilità, tutto sommato vuole essere la testimonianza di come non si esce dal silenzio gridando da soli”.

La Giuria del Premio Riccione, composta da Alessandro Gassman, Umberto Orsini, Fabrizio Gifuni, Elio De Capitani, Fausto Paravidino e Isabella Ragonese, ha scritto: ‘Il testo di Michele Santeramo è un testo vivo. È un testo teatrale, che non rinuncia mai all’efficacia scenica di quello che rappresenta. Lo spettatore è condannato a chiedersi se è di fronte ad una narrazione naif o elaborata, se è l’autore o se sono i personaggi o gli attori a condurre il gioco, un gioco teatrale, un gioco antico, fatto di sketch, di porte che si aprono e che si chiudono, di battibecchi bassi e di monologhi alti, e un gioco popolare e contemporaneo, che ci attira offrendoci la riconoscibilità delle situazioni teatrali e ci piomba in un mondo che è il nostro, un mondo senza certezze, un mondo liquido, dove per orizzontarsi non servono più le idee, né quelle vecchie né quelle nuove, ma dove gli esseri umani – con tutti i loro difetti – non smettono mai di aggrapparsi alla speranza che sia il confronto con un altro essere umano a salvarli.’


Date tour
27 marzo > Arcidosso (GR), Teatro degli Unanimi
28 marzo > Pomarance (PI), Teatro dei Coraggiosi
29 marzo > Pontedera (PI), Teatro Era
1 e 2 aprile > Padova, Teatro Verdi

Video integrale: https://dl.dropboxusercontent.com/u/28177425/Il_Guaritore.mp4
Video promo: http://www.youtube.com/watch?v=IUgkKRAiTYI

www.teatrominimo.eu



ESTRATTI STAMPA

Tommaso Chimenti, Il Fatto Quotidiano, marzo 2014 – Non si tratta di essere imbonitori, ciarlatani, approfittatori della scaramanzia, dell’ignoranza e della disperazione dei malati. Il Guaritore di Michele Santeramo (Teatro Minimo di Andria, prod. Pontedera), ancora una volta con un dirompente Michele Sinisi, testo Premio Riccione, di un’ironia dolente e matura, sonnecchia tra realismo spinto e metafora eterea. […] La colonna sonora è un Elvis continuo; il guaritore-sarto, “per cucire le storie della vita”, si è autodistrutto esorcizzando i mali altrui, ha preso la sofferenza, cristologicamente, e se lo è caricato sulle spalle e la flebo con il fiele che gocciola nelle sue vene sta lì a ricordarlo: “Qui tutti vogliono guarire e io sprofondo sempre più”. Nella girandola della vita, tra l’eutanasia (Eluana e Welby), e l’aborto (la Spagna restauratrice), un ritratto-affresco di una generazione svuotata, piena di finte risate da aperitivo: “Abbiamo rimandato la felicità perché la ritenevamo irraggiungibile”. Aspettando il Messia per il perdono, la salvezza.

Rossella Battisti, l’Unità, gennaio 2014 – C’è un anelito in più nel Guaritore di Michele Santeramo: un desiderio interno che si avverte andare oltre la semplice pièce. Esplorando la possibilità di una rigenerazione, di curare quelle ferite invisibili e collettive che sentiamo dentro, sempre più pungenti. Santeramo dice di essere partito dalla storia di un contadino guaritore delle sue parti per approdare allo strano personaggio protagonista del suo testo, un’ anziano stanco e stralunato che rimette insieme i cocci esistenziali delle persone grazie a un diverso ordine di quel loro disastrato collage. Ma nello spettacolo, grazie anche e soprattutto all’interpretazione ironica e struggente insieme di Michele Sinisi, si respira quel meta-pensiero di cui parlavamo. […] Prove sceniche di riconciliazione col mondo, si potrebbe definirle, per certe opere che toccano nel profondo, facendo conquistare al Guaritore il Premio Riccione per il Teatro 2011. Santeramo qui fa un passo alato nella sua scrittura. Il testo risuona di echi tridimensionali, non una trina di storie piuttosto una trama sommersa di emozioni, amarezze, desideri che vi si mescolano.

Susanna Battisti, foglidarte.it, gennaio 2014 - Più che a un medico o a un negromante, il protagonista de Il Guaritore di Michele Santeramo fa pensare a un demiurgo del teatro stralunato che cura il male di vivere dei suoi pazienti attraverso scambi di ruolo e incroci di trame che incastrano dolori opposti. Interpretato da uno straordinario Michele Sinisi, il mago della scena è un vecchio cieco e artritico che non ha neppure la forza di stare in piedi, ma che tuttavia sa mettere in scena la guarigione degli altri. […] Il testo (vincitore del Premio Riccione 2011), è forse il più profondo e maturo dell'autore pugliese. Come nelle precedenti commedie, la struttura consiste in una sequenza di brevi scene scandita dall'andirivieni dei personaggi che dialogano in coppia o in piccoli gruppi, oppure si lanciano in soliloqui rivelatori. […] La regia di Leo Muscato asseconda con precisione i tempi e i sottintesi del testo lasciandone emergere i plurimi risvolti drammatici. […] Il Guaritore è l'unico personaggio a tutto tondo, mentre sono figure volutamente piatte e senza nome. Potrebbero essere ognuno di noi, perché il loro è un male sociale che ci riguarda tutti. In questo senso Il Guaritore è un atto di fede nel teatro, uno dei pochi luoghi di condivisione dove gli attori porgono uno specchio di fronte al pubblico.

Andrea Pocosgnich, TeatroeCritica, gennaio 2014 - Ti scava dentro, ti si aggroviglia nello stomaco annaspando nel vuoto, creando, intorno a sé, il vuoto. Il Guaritore di Michele Santeramo è sintesi amara e poetica di qualcosa che ci portiamo dentro, con cui conviviamo ogni giorno, dello stare al mondo inutile, caparbio, avvilito nella solitudine quotidiana. Abbiamo il coraggio di chiamarla infelicità? E allora ci aggrappiamo a qualche flebile speranza. Michele Sinisi, interprete sempre più straordinario per capacità di porgere con grazia i sentimenti che costituiscono la fibra della parola, lo dice da subito nei panni del vecchio guaritore: le storie non si incontrano più, non si incastrano, è per questo che siamo malati. […] Leo Muscato, alla regia, si trova di fronte a un materiale poetico instabile e prezioso, forse il testo più profondo dell’autore pugliese, che qui abbandona la durezza del quotidiano per congelare invece i momenti di transito, di silenzio. […]

Graziano Graziani, grazianograziani.wordpress.com, gennaio 2014 - […] E quello del guaritore è, di fatto, un vero e proprio teatro – così come il testo di Santeramo è un omaggio all’arte della scena. […] Il guaritore è un personaggio vero e proprio, non solo con una funzione ma con un proprio carisma letterari, come ormai se ne vedono pochissimi nella scrittura drammaturgica odierna. Lo spettacolo scorre veloce e forse si vorrebbe stare nella stanza del guaritore un po’ di più. E la carica della piéce, va sottolineato, è principalmente nella bravura di Michele Sinisi, che pure interpreta il personaggio più fermo, quasi paralizzato, attorno a cui schizzano tutti gli altri. L’attore pugliese è qui in splendida forma e veste i panni di una vecchiaia ringhiante e beffarda, ma anche stanca e a volte bonaria, davvero con grande maestria.gile uomo possa contenere in sé la rivelazione, i personaggi di Santeramo diventano entità rumorose e goffe, incapaci di osservare ciò che è «altro da sé», inadatti a ricomporre le proprie esistenze. 
Il Guaritore è un complesso drammaturgico acuminato e sinuoso

Caterina Matera, Dramma.it, gennaio 2014 - […] Nell’illusoria convinzione che un frail cui fulcro è il bravissimo Michele Sinisi. “Dai la voce”, dice il guaritore.  Lʹesternalizzazione, la relazione, l’ascolto, la condivisione, si rivelano come uniche soluzioni. Cos’è questo se non il gioco del teatro? Il Guaritore “mette in scena” un moto di memoria esperienziale collettivo, varca le soglie fisiche del Teatro e s’insinua nelle coscienze.   

Isabella Polimanti, SaltinAria, gennaio 2014 - […] La forza e il vigore dello spettacolo sono certamente racchiusi nel talento e nelle ottime capacità interpretative dell'intero cast di attori. Tutti bravissimi. Paola Fresa restituisce con grande talento la drammaticità chiusa del suo personaggio, allentando lentamente la compressione della sua diffidenza. Simonetta Damato risulta assolutamente credibile nell’interpretazione di un personaggio dal carattere rabbioso e ostile. Bravissimo, esilarante, divertente Vittorio Continelli nell’interpretazione del pugile, in cui fa emergere quel carattere stravagante che lo contraddistingue, non senza sprazzi di lucida saggezza. Gianluca delle Fontane delinea abilmente il carattere vivace e folcloristico del fratello del Guaritore. Infine la straordinaria interpretazione di Michele Sinisi che dà vita, in modo davvero magistrale, ad un personaggio ai limiti tra la bizzarria e la saggezza.

Laura Novelli, Paneacqua Culture, gennaio 2014 […] Il testo del quarantenne pugliese – fondatore, insieme con lo stesso Sinisi, della compagnia Teatro Minimo di Terlizzi e autore di precedenti titoli quali, tra gli altri, “La rivincita”, “Le scarpe”, “Sequestro all’italiana” – mira a confondere le acque, i registri, gli stili. Il bozzetto farsesco dell’incipit, con quel botta e risposta “rissoso” che tanto evoca scenari da commedia dell’arte e passaggi dell’Eduardo più leggero, cede il passo poi a un andamento quasi beckettiano. O meglio, ad una grottesca galleria di personaggi che ricordano vagamente Copi, Ionesco, con però un afflato melodrammatico tutto italiano. Eccole le due donne disperate (le brave Paola Fresa e Simonetta Damato) che il guaritore è chiamato a curare: una moglie vibrante di nervosa impazienza e una single ribellatasi al suo stesso destino […].

Lorenzo Marziali, online-news.it, gennaio 2014 - […] E’ un testo maturo, Il Guaritore, che non perde mai di vista l’efficacia scenica mentre si spiega e si rivela nella sua profondità, nascosta appena dietro un delicato velo naïf. L’interpretazione degli attori diverte e al contempo fa riflettere lo spettatore, che non può che chiedersi continuamente dove e quando debba finire il viaggio introspettivo che le battute del guaritore lo obbligano ad intraprendere. A questa poetica si allinea anche la regia di Muscato, lineare e cullata da una tempistica vicina alla perfezione, così da non annoiare ma lasciare anche il tempo di digerire quel che si vede e si sente. Il tipo di cura proposto da Santeramo porta a una guarigione, per così dire, sociale ancor prima che psicologica […].

Serena Giorgi, Il Grido.Org, gennaio 2014 - […] Un testo contorto e insieme fluente quello de Il Guaritore, dove la regia asciutta di Leo Muscato fa da guida agli attori capaci di armonizzarsi con i ruoli, non sempre immediati. Michele Sinisi, straordinario nell’interpretazione, rafforza le caratteristiche del suo personaggio con un accento pugliese, mentre Paola Fresa nei panni della sposa, fa un monologo profondo sulla sua condizione, riuscendo ad essere goffa e drammatica allo stesso modo. Così come Vittorio Continelli che interpreta il pugile, è ripetitivo e sciolto insieme […].

Andrea Porcheddu, linkiesta.it, novembre 2013 - […] questo breve minimo affresco è di angosciante attualità: si avverte quel bisogno di cure, di guarigione, di chi – e siamo tanti – cerca ancora confusamente il senso del proprio stare al mondo; il valore della propria identità, mortificata dalla povertà e dalla mancanza di prospettive; la voglia di fare i conti con il proprio vissuto che non dà però alcuna serenità…c’è tutto, qui: sussurrato, suggerito, evocato. Con l’allusione e l’illusione che un guaritore potrebbe salvare la vita.

Renato Palazzi, Il Sole 24 Ore, 29 settembre 2013 - […] E’ una bella commedia, questa di Santeramo. E’ l’opera di un talento ormai maturo, che scrive benissimo senza perdere di vista le dinamiche della scena. Come autore, lui è cresciuto all’interno della compagnia per la quale ha composto la maggioranza dei suoi testi, quel Teatro Minimo che ha fondato una dozzina d’anni fa con l’altro Michele, il bravissimo Sinisi […]. Ma lo spettacolo vive soprattutto dell’eccellente interpretazione collettiva: accanto a Sinisi, che tratteggia splendidamente quel vecchio profeta d’accatto attaccato a una flebo, ci sono Gianluca delle Fontane nei pittoreschi panni del figlio-assistente che vorrebbe prenderne il posto, Vittorio Continelli in quelli del pugile, l’ottima Paola Fresa e Simonetta Damato.

Nicola Viesti, Hystrio, ottobre/dicembre 2013 - […] il lavoro di Santeramo coniuga reale e astrazione catturando lo spettatore con sottile inquietudine. E, soprattutto, riesce a disegnare una figura di protagonista degna di memoria a cui presta vita in maniera esemplare Michele Sinisi, un attore, di solito efficace e bravo, qui in particolare stato di grazia. Concorre all’ottimo risultato la regia di Muscato concentrata sui ritmi e sulle sospensioni risultando compatta, giustamente incardinata al protagonista che  ne regola quasi il respiro.

Nessun commento:

Posta un commento