sabato 8 febbraio 2014

GIROTONDO recensione

Teatro Garage
Presenta


Dal 4 al 16 FEBBRAIO 2014

GIROTONDO 
di Arthur Schnitzler
traduzione di Gianni Guardigli

regia  Francesco Branchetti

con
Gaia de Laurentiis
Lorenzo Costa

e con
Giovanni Guardiano
Vincenzo Schirru
Simone Lambertini
Nicola Paduano

danzatrice Federica Ruggero

musiche Pino Cangialosi
scene Alessandra Ricci
costumi Clara Surro
assistente alla regia Ilaria Fioravanti
disegno luci Francesco Branchetti
foto di scena  Pierpaolo Redondo

 Del tutto attuale, la scelta di Francesco Branchetti di mettere in scena nel 2014 "Girotondo", un'opera scritta nel 1897 da Arthur Schnitzler, e messa in scena per la prima volta solo nel 1920, ovvero dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e il disfacimento dell'impero asburgico. Dieci quadri che si susseguno come appunto in un girotondo dove ogni persona dà la mano a due persone diverse. Ognuno dei quadri è composto da una coppia: partendo dalla prostituta e il soldato, e il quadro successivo vede protagonsita uno dei due, per poi interrompersi, nell'ultimo quadro con l'arrivo del conte nella camera della prostituta. L'attualità dell'opera sta nella scrittura senza tempo di Schnitzler, nel suo saper mescolare sapientemente tutte le categorie sociali presenti al mondo, in un epoca come quella della "Finis Austrie", così vicina alla nostra, per svuotamento di valori. Gaia De Laurentiis, interpreta tutti i ruoli femminili dalla prostituta Leocadia, alla giovane signora, passando per la ragazzina ingenua, e riesce abilmente a cambiare registro a ogni personaggio.
Miriam Comito
Girotondo è un'opera teatrale dello scrittore e drammaturgo Arthur Schnitzler, che sin dalle prime rappresentazioni suscitò grande clamore e scandalo.
“Girotondo” ha il fascino intenso di un testo che, raccontando una storia apparentemente guidata dai meccanismi ambigui dell’eros e dai movimenti del pensiero di personaggi che duettano su partiture a tema privato, racconta in realtà la fine di un’epoca, la fine di un impero, la fine di un mondo.
E’ una avvincente prova di “stile drammaturgico” spinto talmente in alto da raggiungere gamme diversissime: da note ironiche a sfumature di profonda amarezza, da gioco verbale ai limiti del virtuosismo a denuncia dell’ipocrisia delle norme morali dell’Austria felix e, in particolare, della Vienna in cui sta nascendo la psicanalisi e sta crollando l’Impero Asburgico.
Ogni personaggio di questa geniale pièce è  un tassello di un mosaico che esibisce tutti i colori della società  dell’epoca.
Girotondo è una commedia attualissima e a renderla tale è il tono drammaturgico di Schnitzler, il suo disincanto, la sua ironia che spesso sfocia nell’amarezza e che svela spesso l’assurdità delle norme e consuetudini  morali dominanti nella società.
L’intreccio si basa sugli incontri tra dieci personaggi appartenenti a dieci differenti condizioni sociali ed umane: la prostituta, il soldato, la cameriera, il giovane signore, la giovane signora, il marito, la ragazzina, il poeta, l’attrice, il conte. Dieci quadri in cui  i personaggi dialogano due alla volta. Uno dei due personaggi  è poi protagonista anche del quadro successivo, tranne la prostituta. Quando il conte, ultimo personaggio ad entrare in scena, si congiunge alla prostituta del primo quadro la danza sessuale ha termine. I personaggi di  Girotondo sono i rappresentanti di tutte le classi sociali senza distinzioni di sorta e l’aridità alla fine fatalmente colpisce tutti. Ogni personaggio è smascherato della sua veste sociale e svelato nella sua umanità più vera, attraverso la straordinaria capacità dell’autore di indagare, di  analizzare  e raccontare la banalità, il quotidiano, l’inutilità delle convenzioni e la retorica spietata dei rapporti. In Girotondo, si indaga la catastrofe affettiva ed amorosa in cui ogni essere umano può imbattersi, si parla con straordinario acume psicologico della crisi generale dell’uomo contemporaneo, in  una riflessione sulla condizione umana in cui l’amore talvolta diviene soltanto piacere fisico, pur inteso in tutte le sue sfumature, e  che spesso e volentieri sfocia in mera abitudine. Girotondo è la rappresentazione di una società in crisi che fatalmente è costretta a fare i conti con sé stessa. Si parla di convenzioni, di finzione, di un amore alienato, di una ricerca mossa dal desiderio di colmare un vuoto, di una solitudine che ha conseguenze profonde nella società. L’ipocrisia è il motore principale dei personaggi, ma le loro vite si rivelano come una dolorosa ricerca del nulla, in un girotondo dove l’amore è spesso inutile, quasi sempre uguale, ripetitivo, negativo, in fondo disperato. Ogni cosa gira su sé stessa e alla fine anche le esistenze dei protagonisti si svuotano di senso in un balletto implacabile in cui dominano banalità, falsità, retorica, perdita di senso della realtà, vacuità della vita e stereotipi di relazioni e rapporti.
La regia intende restituire al testo la straordinaria capacità d'indagare l'animo umano e le tortuose relazioni che abbiamo con noi stessi e poi con gli altri; ansie, paure, malesseri, malinconie, dolori, solitudini si confondono in una danza macabra e straziante che ci trascina nell'inferno privato di un rapporto di coppia, di una relazione, di un incontro. Scene e musiche, daranno un apporto fondamentale a questo viaggio nel mondo dei rapporti tra uomini e donne, nell'inconscio, nella psiche, di cui sono proiezioni.
           



Teatro dell’Angelo
Via Simone de Saint Bon n°19, Roma
tel 06/37513571 – 06/37514258
Dal martedì al sabato ore 21.00 - domenica e festivi ore 17.30
Biglietti: da €25,00 a €18,00

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