sabato 18 gennaio 2014

ANGELO E BEATRICE recensione

ANGELO e BEATRICE
di Francesco Apolloni
 Regia di Massimiliano Caprara
 con:  Veronica Milaneschi e Michele Botrugno
In scena DAL 9 AL 31 GENNAIO / SIDECAR Piazzale degli eroi 9 Roma
Dal Giovedi AL Sabato ore 21-Domenica ore 18
 

 "Angelo e Beatrice" è un testo che ripercorre, in modo puntuale, le fasi salienti degli "Anni di piombo" che hanno tristemente caratterizzato parte della storia del nostro Paese. E' un testo energico, una botta improvvisa, perchè non si è mai preparati abbastanza, che arriva dritta allo stomaco. L'ambientazione in un ex bunker anti-aereo rende bene l'idea di una casa-covo dove la giovane coppia, ruota intorno a stessa, e agli eventi vorticosamente, chi per inseguire un ideale, chi per gioco. Quello che si vuole mettere in luce, è l'accecamento di buona parte dei giovani di quegli anni,  non importa da quele parte si schierassero, se con le B.R. o con i N.A.R., l'importante è che questa energia di rivolta fosse veicolata dai burattinai, in una guerra tra giovani, in cui gli stessi giovani si assassinassero tra loro...(in tale giorno è morto un compagno, in tale altro è morto un camerata e così via) fino all'esaurirsi. L' energia , il tumulto viene ben reso dagli attori, che impersonano personaggi di provenienza diversa: Angelo è un ragazzo del popolo, uno che crede nella causa...un lluso. Beatrice proviene da una famiglia molto altolocata, per lei la guerra armata è un gioco, forse più adrenalinico rispetto ad altri ma comuque un gioco. Lo scontro tra classi sociali c'è anche quando non si vede, quando non è evidente, ma strisciante.
Miriam Comito

                                          Comunicato Stampa
Angelo e Beatrice sono due terroristi. Angelo e Beatrice sono due ragazzi nella Roma degli anni settanta. Provengono da opposte estrazioni sociali ma sono accomunati da quella rabbiosa passione politica che caratterizzò un epoca, gli anni di piombo, e che finirà con spingerli verso conseguenze estreme portando il loro rapporto e le loro illusioni alla catastrofe finale.
Attraverso una scrittura informata e che ricostruisce un periodo così topico della nostra storia con assoluta attendibilità, si snoda uno spettacolo sempre dinamico grazie ad una recitazione aggressiva ed empatica , scandito da fonti audiovisuali originali di particolare importanza.
Angelo e Beatrice è uno spettacolo che ci appartiene immediatamente. Un atto teatrale che si inoltra nel DNA della nostra democrazia , della nostra recentissima storia politica, nei ricordi di una generazione , nella vita delle idee e nei sentimenti che le idee sprigionano.
 
 Note di Regia
L'impianto della messa in scena ruota attorno al luogo fisico della rappresentazione, l'attuale Sidecar già circolo di partito ed ancor prima rifugio anti aereo, con le sue gallerie semi interrate e le finestrelle blindate.Luogo ideale per il tema del "covo". Ciò che appare allo spettatore in scena  è credibile e concreto così come il robusto apporto documentario che gioca con le scene e la fisicità degli attori talvolta spezzandola altre volte integrandola. E poi le musiche , le voci originali , i rumori degli attentati, le telefonate...Una ricostruzione non più ( ormai) solo dell'Italia passata (passata attraverso lo stragismo, il terrorismo ...) ma anche di quanto potrebbe pur sempre tornare in un futuro misterioso cui ci consegna anni di mal governo ed una incessante incuria culturale a discapito delle nuove generazioni degli ultimi vent'anni. Ho pensato quindi di far incalzare tra loro una molteplicità di elementi costruendo una macchina del tempo (passato/futuro) dinamica ma semplice depurandola il più possibile dai filtri linguistici della teatralità , dai suoi codici standardizzati. È venuto fuori un lavoro di impatto per i giovani e di dolorose riflessioni per le persone più anziane. Grazie quindi alla versatilità e alla lucidità di Francesco Apolloni , alla sua pignoleria appassionata, Angelo e Beatrice si insinua nel solco ancora tutto da scoprire e far trionfare del teatro utile, del teatro necessario...Del teatro.
Massimiliano Caprara
 
Note dell’autore
Ho scritto questo testo ispirandomi a due “coppie famose” che parteciparono alla lotta armata negli anni ’70. Giusva Fioravanti e Francesca  Mambro, Adriana Faranda e Valerio Morucci.  I primi capi storici dei NAR i secondi membri del consiglio direttivo delle BR.  Volutamente ho mescolato elementi che appartenessero alla estrema destra come all’estrema sinistra, perchè convinto che quell’energia “primitiva” che spinge un ragazzo a  “saltare il fosso” e a impugnare una pistola o mitra, anche se dettata da ideologie molto diverse, alla fine, fosse la stessa. Ho realizzato questo testo circa 15 anni  fa, in due diverse edizioni prima  con Claudia Gerini (al suo debutto) e poi con Stefania Rocca e ha portato molta fortuna alle due attrici. Ho visto questa nuova edizione realizzata da Massimiliano Caprara che mi ha fatto dimenticare completamente il mio lavoro precedente , e  appassionare in un modo nuovo alla storia dei due protagonisti.
Francesco Apolloni
 

 
Note Biografiche
 
Massimiliano Caprara attore per tanti anni della cooperativa autori e tecnici a Roma , e da oltre vent'anni con numerosi registi in Italia ed all'estero, è tra le altre cose organizzartore di festivals ed eventi, come nel caso dei corti teatrali da lui inventati ; come regista teatrale importa in italia per la prima volta autori come Pavlovsky e riscopre la drammaturgia teatrale di Bergman (pittura su legno). Inoltre mette  in scena diversi testi prorpi quasi tutti brillanti  come Bianca Snow , Assassinati Nati, il Venditore ecc.. Inventa in Spagna il genere del "musical urbanistico".È anche critico teatrale e storico del teatro.Suo è il recentissimo :"Il teatro contemporaneo"ed. ediesse-feltrinelli. Prossimamente presenterà la sua prossima commedia "Infection" al teatro Belli
 
Francesco Apolloni è nato e vive a Roma.
Regista, scrittore, attore, giornalista e produttore.
Ha frequentato l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, Silvio d’Amico. Ha scritto e diretto numerose commedie per il teatro, scritto e pubblicato romanzi, realizzato documentari, cortometraggi e films. Molti dei suoi lavori hanno partecipato a festival, ottenendo numerosi riconoscimenti sia da parte del pubblico che dalla critica. Come regista ha anche realizzato campagne sociali contro la droga e a favore della ricerca per la lotta contro il cancro. Come attore ha lavorato ß coprotagonista in due films che hanno ottenuto al botteghino un grandissimo successo “Scusa ma ti chiamo amore” e “Scusa se ti voglio sposare”. E in Tv sempre come coprotagonista in “Rino Gaetano”.
 
Ultimamente ha partecipato sempre come attore ad alcuni film che sono di
prossima uscita come “Third Person “ per la regia del premio Oscar Paul Haggis, recitando accanto ad Adrien Brody.
“Per sfortuna che ci sei” diretto da Alessio Federici accanto ad Ambra Angiolini e Enrico Brignano e “Tutta colpa di Freud” diretto da Paolo Genovese.
Inoltre ha collaborato come editorialista, giornalista con due tra le più importanti testate giornalistiche italiane “Il sole 24 ore”  e “Il Messaggero”, attualmente collabora con “Il Tempo”.
 
MICHELE BOTRUGNO nasce a Roma il 22 novembre 1985.
Nel 2007 prende parte allo spettacolo teatrale “La partitella” di Giuseppe Manfridi, diretto da Ennio Coltorti. Nello stesso anno è in scena con un testo di Cristopher Durang “Terapia di gruppo”  con la regia di Francesca Draghetti. Nel 2007 partecipa a diversi cortometraggi tra cui “Roma, un giorno” di Massimiliano Coccia, diretto da Matteo Botrugno e “Europa” diretto da Matteo Botrugno e Daniele Coluccini: entrambi i cortometraggi raccolgono un discreto successo. Dal 2008 al 2011 fa parte del cast de “Il Contagio” tratto dal romanzo di Walter Siti diretto da Nuccio Siano. Nel 2009 è nel cast nel film “Et in terra pax” di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini. Il film ha partecipato ai più importanti festival al mondo (Festival di Venezia “Giornate degli Autori”, Tiff “Tokyo Film Festival e Mosca). Il film, inoltre, ha vinto una menzione speciale dei Nastri D’argento. Nel 2010 partecipa al cortometraggio “Il respiro dell’arco” di Enrico Maria Artale.
 
Veronica Milaneschi  Inizia a studiare danza classica all’età di 3 anni. All’età di 14 anni inizia il suo percorso con il teatro  Dall’età di 18 anni inizia a lavorare in teatro professionalmente, ma prosegue gli studi entrando a far parte della “Compagnia dei Giovani” del teatro Eliseo di Roma lavorando con Ferruccio Soleri sulla Commedia dell’arte e con Luis Pascual su Garcia Lorca.studia  metodo Strasberg con Geraldine Baron dell’Actors Studio e Susan Batson della Blacknexxus di New York. Si concentra anche sulla drammaturgia contemporanea studiando con F.Paravidino, L.Russo, V.Cruciani e Psicopompo Teatro . studia poi canto con Bruno De Franceschi , Silvia Fanfani Schiavoni e Silvia Giallini.In teatro lavora con registi del calibro di Lina Wertmuller (“Molto rumore senza rispetto per nulla” e “Storia d’amore e d’anarchia”), Gigi Proietti (“Liolà”), Luca de Fusco, Duccio Camerini, Patrizio Cigliano, Marco Carniti, Massimiliano Caprara e molti altri. Nel cinema lavora con Pupi Avati in “Ma quando arrivano le ragazze?”, con Igor Maltagliati e Francesco Ciccone. In televisione la vediamo in fiction come “Distretto di polizia” e nella sit-com “Sette vite”.
Lavora anche come doppiatrice per serie tv,cartoni e film ed è inoltre speaker  documentari e spot televisivi. Dal 2009 esercita inoltre la professione di Clown in corsia . nel 2009 scrive e dirige il suo primo spettacolo “I Gangheretti”, che debutta al MicroFestival dei teatri Incondizionati e poi in turnè in italia.
Nel 2013 lavora di nuovo per il Teatro Eliseo in “E poi Pinocchio” , in “Nessuno” di Massimiliano Bruno
 




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