mercoledì 11 aprile 2012

BELARUS FREE THEATRE al TEATRO INDIA dal 12 al 15 aprile

BELARUS FREE THEATRE
al Teatro India
DAL 12 AL 15 APRILE
Teatro di Roma,  Associazione Cadmo per Le vie dei Festival ,
Accademia Nazionale d’ Arte Drammatica Silvio D’Amico
con il patrocinio di
Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali e al Centro Storico
Provincia di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali

Ad aprile  si  terrà a Roma un progetto dedicato al Belarus Free Theatre e realizzato grazie alla sinergia tra il Teatro di Roma, l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e l’Associazione Cadmo.
In programma una ‘personale’ al Teatro India dedicata al lavoro del Belarus Free Theatre, con tre titoli:
In prima ed esclusiva nazionale A Flower of Pina Bausch  (13 e 14 aprile) e per la prima volta a Roma, Generation Jeans (12 aprile) e Being Harold Pinter (15 aprile).
In collaborazione con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico dal 10 al 16 aprile, si terrà un laboratorio riservato agli allievi della Scuola condotto da Nikolai Khalezin, Natalia Kaliada, Vladimir Shcherban che lavoreranno su esperienze personali e collettive  utilizzando diverse forme di arte quali pittura, scultura e letteratura.
A completare il progetto sarà una mostra allestita nel foyer del Teatro India che il fotografo Alessandro Vincenzi ha realizzato in occasione di un suo viaggio in Bielorussia per documentare la delicata situazione socio-politica del Paese. All’interno della mostra sarà proiettato inoltre il video Belarus Secret theatre prodotto per Al Jazeera English.

Il progetto Belarus Free Theatre è un’anteprima de Le vie dei Festival 2012 – “festival dei festival” che da diciotto anni presenta il meglio delle manifestazioni estive, con il sostegno di Roma Capitale, Assessorato alle Politiche culturali e al Centro Storico. Il Festival ha ospitato la compagnia Belarus Free Theatre  a Roma nel 2010.   

Il Belarus Free Theatre è stato fondato a Minsk nel 2005 per volere del drammaturgo e giornalista Nikolai Khalezin e della drammaturga Natalia Kaliada che da allora lo dirigono e ai quali si è aggiunto successivamente il regista Vladimir Shcherban.
Negli anni la Compagnia è stata invitata nei maggiori festival dove ha espresso con forza il suo progetto di resistenza alla violenza del potere in Bielorussia. L’impegno sociale e politico del loro fare teatro, è accompagnato da una straordinaria capacità tecnica ed artistica  e da una forte poesia che ha emozionato il pubblico di tutto il mondo. Contro-informazione, politica messa in scena, teatro-giornale sono infatti alcuni degli ingredienti che connotano l’attività della compagnia: una voce di dissenso, fuori dal coro, una voce che lotta per la democrazia e per l’arte, che combatte tra mille difficoltà e rischi.
La compagnia, condannata da anni in Bielorussia ad agire in condizioni di clandestinità (è l’unica istituzione culturale al mondo ad aver ricevuto il Premio dei Diritti dell’Uomo della Repubblica Francese) alla fine del 2010 è stata costretta ad affrontare condizioni di lavoro ancora più dure. Infatti in seguito ai disordini scoppiati in tutto il paese per i presunti brogli elettorali dopo la rielezione del dittatore Aliaksandr Lucashenko alcuni di loro sono stati costretti alla fuga e  vivono da rifugiati in Gran Bretagna; nonostante questo l’attività della Compagnia continua in Bielorussia con training e spettacoli diretti via skype da Londra dal regista Vladimir Shcherban e pur tra mille difficoltà economiche Continuano anche le loro tournée in tutto il mondo.
Ma l’impegno più sentito dalla Compagnia è la campagna Free Belarus Now per l’abolizione della pena di morte e per la liberazione dei prigionieri politici in Bilelorussia condotta anche attraverso numerosi incontri con i più alti livelli politici dell’Unione Europea e a Washington  con Hillary Clinton
I componenti del gruppo rimasti in Bielorussia vivono tuttora controllati dalla polizia, schedati, senza una sede fissa per il loro lavoro; prove e spettacoli si tengono, in totale clandestinità, in appartamenti privati o in campagna, dove il pubblico viene convocato attraverso un passaparola clandestino.
L’attività del Belarus ha ricevuto il sostegno di importanti personalità del teatro e della vita pubblica internazionale come Vaclav Havel, Mick Jagger, Ariane Mnouchkine, Mark Ravenhill, Jude Law, Kevin Spacey.  Di loro Tom Stoppard ha detto: “Rispetto al mio teatro, quello che ho visto è molto più vicino al teatro vero, alle sue origini, al suo obiettivo e Harold Pinter: “Belarus Free Theatre ci riconsegna l’essenza del teatro”. Nonostante le difficoltà, il gruppo  è riuscito in pochi anni a far conoscere il proprio lavoro in tutto il mondo: Australia, Irlanda, Olanda, Grecia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Svezia, Finlandia, Belgio, Francia, Polonia, Russia, Lituania, Lettonia.
La compagnia ha debuttato all’estero per la prima volta nel 2005, sul palcoscenico del Nuovo Teatro di Riga diretto da Alvis Hermanis. Ha presentato per la prima volta in Italia il suo lavoro nel 2009 al Festival VIE Scena Contemporanea di Modena.







Belarus Free Theatre  - dalla rassegna stampa
“Ci riconducono all'essenza del teatro”.
Harold Pinter

Il lavoro del Free Theatre è di altissimo livello”.
Mark Ravenhill

“Sono fiero della mia amicizia con questa gente e appoggio tutti quei Bielorussi che apprezzano la libertà”.
Tom Stoppard

“Possiedono quella tenacia, coerenza, sincerità e creatività che sono necessarie nel teatro contemporaneo”.
Boris Gerrets

La compagnia… diffonde intorno a sé luce e informazione”.
Michael Billington

“Mai come nel lavoro del Belarus Free Theatre la politica viene fuori con più urgenza. Bandita nel proprio paese, dove tutto il teatro ufficiale è dello Stato, la compagnia prova e recita gli spettacoli in segreto, le sue produzioni sono delle vere sfide culturali”.
Sam Marlowe, The Times

“Sono stupito dal livello di professionalità mostrato dal Belarus Free Theatre. Esso riguarda sia il lavoro del regista - dettagliato e preciso - sia l’ inventiva e la bravura degli attori”.
Christian Benedetti

“Questo fanno: parlano con sincerità, con un linguaggio universale”.
Benedict Nightingale, The Times

“Sarei felice di vedere i miei lavori messi in scena come quelli che ho visto a Minsk. Ma i miei lavori non vengono messi in scena in quel modo. Quello che ho visto a Minsk è molto più vicino al teatro della verità, alle sue origini, al suo vero obiettivo”.
Tom Stoppard,  Izvestiya

“Attori di grande spessore e professionalità, stanchi della censura del governo, recitano clandestinamente nei bar, in strada e anche negli appartamenti. Il teatro come tutto in Biellorussia, è filtrato dal regime di Alexander Lukashenko, l’autoritario Presidente”.
Alex Rodriguez,  Chicago Tribune

“La  padronanza fisica e vocale permette agli attori di esibirsi con disinvoltura e urgenza, un insieme di teatro fisico e di parola che abbina proiezioni video e fotografie di grande bellezza accompagnati da una musica prorompente. Il loro giovane regista Vladimir Scherban, è un talento straordinario”.
Mark Ravenhill, The Guardian

“Quattro attori raccontano storie vere della loro infanzia sembrano inventate, ma loro le hanno vissute veramente. Recitare un ruolo scritto bene è una cosa, ma non è facile trasmettere il dolore della perdita, non dal punto di vista di un adulto, ma di un bambino. Non tutti sono capaci di raccontare a degli estranei cose che non racconterebbero mai ai loro migliori amici e neanche ai loro genitori”.
Dasha Slabchenko, Generation.by

giovedì 12 aprile ore 21.00
Teatro India Sala B  
In “prima” a Roma

GENERATION JEANS
scritto da Nikolai Khalezin in collaborazione con Natalia Kaliada
regia, coreografia e interpretazione Nikolai Khalezin,
live musical fusion DJ Laurel (Laur Biarzhanin)
assistenti alla regia Svetlana Sugako, Nadezhda Brodskaya
stage manager Siarhei Kvachonak
produzione Natalia Kaliada, Nikolai Khalezin
produzione esecutiva Yuri  Kaliada 

Uno spettacolo sulla cultura dei jeans, sulla musica rock, diventate nell’immaginario collettivo icone e simbolo di libertà. Generation Jeans è questo ma non solo. La storia è ambientata in Unione Sovietica, nel tempo in cui il rock era proibito e i venditori di jeans venivano arrestati dai servizi segreti. Da qui lo spettacolo muove verso la realtà attuale del regime dittatoriale in Bielorussia e racconta il rapimento e l’arresto del protagonista e dei suoi compagni. Il testo è un omaggio a quelle generazioni che rifiutano di essere imbavagliate e che in ogni contesto storico lottano ed hanno lottato per la libertà del proprio paese. Nikolai Khalezin protagonista in scena ci parla delle esperienze di Paesi come Lituania, Polonia e Cecoslovacchia. Un teatro essenziale dove a essere protagonista è la lotta per l’affermazione dei propri diritti.

spettacolo in lingua russa sottotitolato in italiano – durata 1 ora e 20’

estratti stampa

..Vai a teatro per ascoltare una storia, invece finisci per incontrare un uomo che, tra la sua autoironia e serietà, mostra una determinazione spirituale che fa mostrare il dittatore ancora più assurdo e inflessibile…
Michael Billington (The Guardian)

..Un lavoro fantastico
Tom Stoppard

venerdì 13 e sabato 14 aprile ore 21.00
Teatro India Sala B
Prima nazionale – in esclusiva per l’Italia

A FLOWER FOR PINA BAUSCH
regia, concept e adattamento Uladzimir Shcherban
Autori e attori Pavel Radak-Haradnitski, Yana Rusakevich, Aleh Sidorchyk,
Hanna Slatvinskaya, Dzianis Tarasenka, Maryna Yurevich
Yuliya Shauchuk, Viktoryia Biran
assistenti Svetlana Sugako, Nadia Brodskaya
Stage managers Siarhei Kvachonak, Aliaksei Naranovich
produzione Natalia Kaliada, Nicolai Khalezin

Contro-informazione, politica messa in scena, teatro-giornale: sono alcuni degli ingredienti che caratterizzano l’attività del Belarus Free Theatre, una voce di dissenso che lotta per la democrazia e per l’arte e che lavora rischiando quotidianamente la propria incolumità. A Flower for Pina Bausch  è ricco di emozioni e suggestioni di ogni genere. Il nucleo di partenza sono le esperienze personali degli attori, soprattutto quelle che potremmo riassumere nella frase “opportunità mancate” ovvero ciò che non è stato finito, non detto e non raggiunto: sono queste le emozioni che gli interpreti fanno riemergere dalla loro coscienza. Per realizzare lo spettacolo gli attori infatti hanno dovuto fare un viaggio interiore nel proprio passato e presente. Il risultato di questo percorso è diventato una performance che riempie la scena di emozioni di ogni genere: dall’isteria silente di un uomo che ha perso i suoi figli al riconoscimento tardivo di un amore, dal sussurro del desiderio di avere un figlio dal proprio marito alle lacrime  versate da due donne per un amore impossibile. La scena finale “esplode” nella sala quando attori e attrici si fanno il bagno nel cioccolato fuso: un aroma che sa di “ormone della felicità”, capace di far uscire dalla spirale delle opportunità mancate. La varietà di  gesti e  movimenti messi in scena da Vladimir Shcherban si riferiscono alla geniale Pina Bausch, che una volta disse: “Non sono interessata a come la gente si muove, ma a cosa la faccia muovere”.
L’analisi di ciò che fa muovere la gente diventa il tema centrale dello spettacolo e ci offre un’immagine del moderno comportamento umano: un mosaico di azioni realizzate e non realizzate a prescindere dalla razza, dall’età,  nazionalità o religione.

spettacolo in lingua russa e bielorussa sottotitolato in italiano –  durata 1h e 30

così la stampa
Dicono che l'odore del cioccolato al latte risvegli nella mente umana alcuni speciali ricettori che sono responsabili del piacere e se arriva bruscamente, il cioccolato odora di incantevole felicità! Non so quale sia l'odore della felicità, ma questo weekend ho sentito l'odore della libertà! Profuma di pericolo, determinazione, e dell'amaro sapore del talento… (Pavel Selin, Editor-in-chief of the NTV - Russian Television Channel)

domenica 15 aprile ore 19.30
Teatro India Sala B
In “prima” a Roma

BEING HAROLD PINTER
adattamento e regia Vladimir Shcherban
con Nicolai Khalezin, Pavel Radak-Haradnitski, Yana Rusakevich, Yuliya Shauchuk,Aleh Sidorchyk, Dzianis Tarasenka, Maryna Yurevich
assistenti Svetlana Sugako, Nadzezhda Brodskaya
stage manager Viktoyia Biran, Siarhei Kvachonak, Aliaksei Naranovich
produzione Natalia Kaliada, Nikolai Khalezin

Dedicato al grande drammaturgo scomparso, - uno dei più accesi sostenitori del Belarus Free Theatre -  questo lavoro si basa su alcuni suoi testi teatrali, sul suo discorso di accettazione del Premio Nobel, e su brani di lettere di prigionieri politici bielorussi.
Uno spettacolo che affronta il tema della violenza nelle sue forme più disparate: in famiglia, nelle istituzioni sociali e come fondamento delle relazioni internazionali. Capire come nasce un testo teatrale, distinguere tra la verità della vita e la verità nell’arte, interrogarsi sul rapporto tra arte e politica. Sono queste le questioni affrontate da Harold Pinter nel discorso che ha tenuto in occasione della cerimonia per il Premio Nobel. Being Harold Pinter inizia e si chiude con la ricerca di una risposta a queste domande. Un problema comune lega i fili del tema che è alla base della rappresentazione, la violenza nelle sue rappresentazioni più disparate: dalla violenza in famiglia (Ritorno a casa, Ceneri alle ceneri) alla violenza come fondamento di una istituzione sociale (Il nuovo ordine del mondo, il bicchiere della staffa) sino alla violenza come forma di relazione internazionale (Il linguaggio della montagna). Le trame si susseguono, personaggi astratti sono via via sostituiti da personaggi reali, vicini e riconoscibili fino ad arrivare a riflettere intorno agli eventi di Abu-Ghraib e ancora a monologhi di carattere documentario di prigionieri politici rinchiusi nelle celle delle carceri  della Repubblica Bielorussa.

durata 1h 15’

così la stampa

…gli attori trasformano il lavoro di Pinter nell'espressione della vita in Bielorussia: la così detta 'Repubblica democratica' che mette a tacere il dibattito e ha più poliziotti a testa che ogni altro paese al mondo…
Michael Billington, The Guardian

…é un'esperienza gratificante. Lo spettacolo Being Harold Pinter mi ha messo K.O.  Tom Stoppard, The Observer

marzo e  aprile – Foyer Teatro India
MOSTRA FOTOGRAFICA BELARUS FREE THEATRE
Fotografie di Alessandro Vincenzi
Video Belarus Secret Theatre prodotto per Al Jazeera English

L’idea del Teatro Libero di Bielorussia nasce nel 2005, durante il secondo mandato del presidente Alexander Lukashenko come alternativa socio-politica ad una situazione di ombra e di stallo culturale, prodotto da un sistema di controllo come quello del regime Bielorusso.
   Fondato da Nikolai Khalezin e da sua moglie Natalya Kolyada, successivamente affiancati da Vladimir Shcherban   attivisti dei diritti umani, il Belarus Free Theatre nel corso di pochi anni e nonostante le forti difficoltà imposte dalla dittatura, ha già realizzato tournèe in tutto il mondo, toccando sedici paesi. Rompere gli stereotipi imposti dal regime dittatoriale alla popolazione, offrire un’alternativa teatrale attuale che sia in grado di nutrire la libertà creativa ed espressiva e stimolare il dibattito sui problemi sociali. Questi i loro obiettivi.
   La mostra presenta l’attività della Compagnia attraverso le immagini e i reportage di Alessandro Vincenzi e di Al Jazeera English. 
Alessandro Vincenzi, biologo con Medici senza Frontiere e fotografo professionista, racconta attraverso splendide fotografie il suo incontro con il Belarus Free Theatre in occasione di un viaggio in Bielorussia per documentare la situazione sociopolitica del Paese.
Le stesse motivazioni sono all’origine del progetto commissionato da Al Jazeera Engkish per Witness (format dedicato completamente ai documentari) e diretto da Tom Dumican e Karim Shah. Il video racconta l’esperienza vissuta da Elyssa Livergant, scrittrice canadese, nel corso del suo viaggio segreto da Londra a Minsk per collaborare con il Belarus Free.


da martedì 10 a lunedì 16 aprile Teatro India
BELARUS FREE THEATRE
LABORATORIO DELL’ACCADEMIA NAZIONALE SILVIO D’AMICO

In collaborazione con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico dal 10 al 16 aprile, si terrà un laboratorio “Total immersion” riservato agli allievi della Scuola, condotto da Nikolai Khalezin, Natalia Kaliada, Vladimir Shcherban che lavoreranno su esperienze personali e collettive  utilizzando diverse forme di arte quali pittura, scultura e letteratura.
Il corso è concepito affinchè gli studenti possano approfondire la conoscenza di zone che appartengono alla loro esperienza personale messe a confronto con l’esperienza sociale e collettiva in modo da far emergere aree che spesso nel processo creativo restano inesplorate.
Si lavorerà  - sia in modo collettivo che individuale - su esperienze personali e interrelazioni tra attore e spettatore calati nella sfera della realtà attuale.


BIGLIETTERIA
Teatro India
Lungotevere Vittorio Gassman
Tel. 06.684000311/314
Biglietteria aperta alle 17 lunedì chiuso

PREZZI
Posto unico intero 16 € + 2 €
Ridotto 14 € + 1 €
Card 60 €, 80 €, 120 €
BELARUS Card 24 € consente di vedere tutti e tre gli spettacoli (Generation Jeans, Flower of Pina Baush, Being Harold Pinter)

UFFICIO PROMOZIONE
l.go di Torre Argentina, 52
tel. 06.684000346

Associazione Culturale CADMO
06.3202102 – 339.2123590  leviedeifestival@hotmail.com 


CALL CENTER PRENOTAZIONE CARD
Lunedì-venerdì dalle 10 alle 17
Tel. 06.684000345


                                                                                                 

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