sabato 3 marzo 2012

UOMINI O MARIONETTE (Recensione)

 Nell'ambito della rassegna L.E.T., è stato in scena dal 29 febbraio al 2 marzo 2012 "Uomini o marionette", una riflessione che Duccio Camerini fa, partendo dal celebre testo di Heinrich Von Kleist, sui temi portanti della vita, osservati dal punto di vista della dicotomia, tra leggerezza dell'anima e pesantezza del corpo. Von Kleist, che aveva perso in giovane età prima il padre e poi la madre era stato educato da un luterano, quindi per lui la parola grazia, da cui nasce l'aggettivo aggraziato che si può agevolmente dare ad una marionetta, per il suo muoversi leggero, per nulla vicino a quello pesante umano è riconducibile ad un Deus che la dirige e controlla, un Deus capace di muover passi di danza leggeri che si vibrano nell'aria come quelli di un ballerino. incapaci siamo noi, umani di capire, troppo pesante è il fardello che ci tiene giù, per qualsiasi di noi, non solo per gli uomini comuni, ma  anche per l'uomo di Leonardo così perfetto nella sua anatomia, ma sempre e comunque pesante. La grazia, e quindi l'essere aggraziati, leggeri deriva solo da Dio, l'uomo l'ha persa nel momento in cui ha mangiato il frutto dell'albero della conoscenza-del bene e del male, da quel momento lo sforzo, la fatica, il peso è entrato in lui, il dialogo con Dio si è interrotto, se non in casi sporadici....Noè, Mosè. Qual'è l'archetipo? La marionetta è stata creata dall'uomo, o è una sua immagine riflessa nello specchio. Camerini ci porta con maestria in un mondo fatto di domande, pensieri e dubbi, che ogni essere umano chi prima, chi più tardi si pone...perchè esiste la marionetta e chi la fa muovere? Quale è la via per tornare ad un leggerezza, quella leggerezza e non si parla solo di leggerezza fisica ma anche di innocenza di pensiero, quell'innocenza che hanno gli animali e che per fortuna ci battono e ci batteranno sempre sul quasiasi campo, che vuole distruggere, chi si allontana dall'armonia verrà distrutto.
Miriam Comito
UOMINI O MARIONETTE
da
Heinrich Von Kleist
Con
Duccio Camerini

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