mercoledì 12 ottobre 2011

Il Teatro valle Occupato verso il 15 ottobre

OCCUPIAMOCI DI CIO’ CHE E’ NOSTRO!

non siamo soli… 

Non tutte le equazioni escono col buco. Questa sì:
BI X BCE^2 =ZERO
Zero è il risultato di un’equazione reale.
Com’è triste la finanza…
Il risultato di politiche di austerity dettate da strozzini della finanza. Questi sceriffi di Nottingham che quotidianamente bussano alle porte barattando i nostri giorni con i loro debiti. Noi chiudiamo loro la porta in faccia e ne apriamo altre.
Il 15 ottobre sarà il mondo intero a reclamare garanzie, reddito, diritti. Il 15 ottobre non saremo soli a esprimere l’esigenza di essere noi la politica, l’esigenza di autorappresentarsi, l’esigenza di passare oltre a questa frattura storica e giungere nell’altrove dell’autogoverno.
Da più di tre mesi gli occupanti del Valle hanno aperto una crepa – con il tema del Bene Comune- nel muro del sistema liberal-finanziario-mercantile vigente.
Gli studenti inglesi contro le tasse, gli studenti italiani contro la Gelmini, gli Indignados spagnoli e il movimento Occupy Wall-Street e l’esperienza del Teatro Valle Occupato, hanno comunemente fatto emergere delle pratiche che si situano in radicale opposizione al sistema capitalistico e finanziario occidentale.
Queste pratiche autonome e spontanee rivelano l’insofferenza comune per la distruzione dei valori comuni come la giustizia, la dignità della persona, il diritto al lavoro. Pur nella distanza dei luoghi e nella varietà dei soggetti queste pratiche rivelano il desiderio di contatto, di connessione, di confronto e di cooperazione.
Le nostre affinità non sono casuali, sono complici: tutti questi movimenti mettono in gioco una “leadership a sciame”, ovvero una leadership caratterizzata da una partecipazione collettiva, capace di sussidiarietà, variabile nei ruoli, eppure funzionale allo scopo.
Tutti questi movimenti e pratiche nell’Occidente segnalano nella loro omogeneità, non semplicemente una crepa ma una vera e propria frattura culturale, che pone la questione della sperequazione della ricchezza sociale in modo radicale, indipendente dalla struttura più o meno democratica degli Stati e dei governi. La forma democratica delle istituzioni non è più sufficiente a legittimare la enorme forbice nella distribuzione del reddito e delle opportunità di lavoro.
È sulla base di queste considerazioni che la nostra partecipazione alla manifestazione del 15 ottobre  costituisce già un primo passo per la generalizzazione di queste esperienze e la progressiva connessione e integrazione fra loro. 
Il 15 ottobre scenderemo in piazza con un nostro carro, come lavoratori, come cittadini, come esseri umani per gridare ad alta voce una possibilità altra. Per urlare, che se la prudenza è triste, l’imprudenza è nostro dovere politico, il nostro diritto alla felicità. Com’è triste la finanza.
Invitiamo tutta la cittadinanza, tutt* coloro che in questi mesi hanno attraversato il Teatro Valle Occupato e partecipato alla sua vita, a essere presenti alla manifestazione del 15 ottobre e a contaminarci di quella che sarà una giornata di gioia e libertà. Per aprire altre porte, altre strade.

Teatro Valle Occupato

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